De Litteris et Artibus
L’attenzione, l’approfondimento e l’amore per le ‘lettere e le arti’ sono state, per Marcello Comel, faccia della medesima medaglia che, dall’altra parte, portava incisa l’amore per la medicina.
Ambedue alla luce di quella cultura umanistica (e non solo della perfezione tecnica inquadrata nella specializzazione clinica) che trae le sue origini agli albori della (moderna) ricerca sperimentale del medico dalmata Santorio Santorio (1561-1636), come il contemporaneo Galileo Galilei docente all’Università di Padova, il quale agli inizi del ‘600 per primo svincola l’arte medica dalla filosofia (e dalla magia) assumendo (De Statica Medica) come maestre la matematica e la fisica.
Marcello Comel (1902-1995), fisiologo sperimentale e dermatologo, dal 1946 ordinario di clinica dermatologica a Pisa, ove realizza il primo Centro Ustioni in Italia, fonda cinque anni più tardi una Scuola di specialità in Clinica Dermosifilopatica che raggiunge notorietà e importanza scientifica a livello internazionale, coltiva instancabile attività di ricerca, esperimento, docenza e pratica medica abbinando loro la consuetudine silenziosa alle lettere e alle arti.
Oltre a essere un fecondo (282 pubblicazioni dal 1951 al 1989) scrittore egli stesso, vive in mezzo ai libri e immerso in pitture, sculture, musica, mostre, gallerie, cataloghi, corrispondenze e conversazioni.
Fondatore dello Institutum Santorianum de Humanitate Medica (1943), altresì denominato Institutum Medicum Santorianum, il cui fine è l’armonico inserimento delle scienze mediche nella cultura umanistica, che trasforma più tardi (1992) in Fondazione regionale (1992) e quindi nell’attuale Fondazione nazionale (2010) a lui intitolata e della quale è il primo presidente, coltiva il progetto di accompagnare alla Rivista Anthologica Medica Santoriana, istituita nel 1945, un Supplemento, ideato come Sectio de Litteris et Artibus, con lo scopo di aprire uno spazio dedicato alla vita intellettuale e spirituale.
Anche il sogno artistico di Marcello Comel è mecenatico, in armonia con lo spirito della Fondazione volta a onorare la consorte Maria Cecilia e il piccolo figlio Camillo, e si volge non tanto agli specialisti quanto a coloro che, attratti dalla chiarezza e dall’intellegibilità di esperienze nel campo (vasto) dell’arte, amano una cultura libera, latinamente onesta e indipendente dalle contingenze della moda.
Ma il tempo è tiranno (come le ore che implacabilmente lo compongono: omnes vulnerant, ultima necat) e quando si spegne nella sua casa in Pisa lascia un coarcevo di appunti, note e idee per articoli e convegni e un nuovo libro sull’uomo nell’ambiente.
Fra queste carte, appunto, anche il sogno della Sectio de Litteris et Artibus che ora la Institutio Santoriana-Fondazione Comel si impegna a realizzare, in una con l’apertura del suo nuovo sito, tramite uno spazio dedicato.
Così aggiungendo un ulteriore ricordo e omaggio alla straordinaria avventura umana del Fondatore.
La Sectio si propone, quindi, di occuparsi delle arti (beaux-arts) nelle varie loro manifestazioni e di essere aperta alla cultura promuovendo la spiritualità con opere e giorni scevri da eccessi e senza adesione a ideologie o discrimini, ma con l’intento -confidando (nell’attuale temperie ominosa di rissa continua) di riuscirci quantomeno in campo artistico- di sostenere e favorire la pari dignità di creature e di idee entro i vasti confini dell’umanesimo e dello spirito.
Anche perciò e quale segno di speranza verso il futuro ora la nuova, ma non certo nel pensiero di Comel, Sectio ha scelto come proprio augurale simbolo la vagamente sognante e bella Eudermia raffigurata nel medaglione originale (di cui sono pubblicati anche i bozzetti) inciso dalla scultrice berlinese Jenny (Genni) Wiegmann (1895-1969) che con gentilezza lirica rimanda ad antiche e suadenti parole di un frammento di Archiloco, il primo dei grandi poeti greci (VII a. C.): … Έχουσα θαλλόν μυρσίνης τε καλόν άνθος ροδής ετέρπετο, δέ όι η κόμη κατεσκίαζε ώμους καί μετάφρενα (…con un ramo di mirto sorrideva e un bel fiore di rosa, lunghi i capelli scendevano a coprirle gli omeri e il dorso …).
Vale la pena rammentare che con i Principii di Eudermia Marcello Comel nel 1939 inizia un cammino attraverso gli usati campi dell’indagine e della sperimentazione che lo conduce, pionieristicamente, alla dottrina dermato-cosmetologica.
Gli spazi con i quali la Sectio de Litteris et Artibus inizia sono dedicati, allora, a letteratura, pittura, fotografia … accompagnate anche qualche volta, perché no, da pensieri, note, conversazioni.
Perché la bellezza è una delle poche cose che resiste contro il tempo. La potenza degli stati passa e così la filosofia, nonostante la sua ansia contraria a rimanere e non diventare sabbia, ma il bello rimane e può solo essere distrutto per scelta dissennata.
E gli antichi, sulla cui cultura abbiamo fondato la nostra, non riuscivano a immaginare un bello che non fosse anche buono (e viceversa).