EDITORIALE: “Per noi il caso è chiuso”
Sembra, da attendibili notizie di stampa, che all’istanza della famiglia della quindicenne scomparsa trentaquattro anni or sono, della quale non si ha più avuto notizia alcuna, di poter accedere ad un fascicolo riservato che dovrebbe trovarsi in Vaticano sia pervenuto in risposta a stretto giro di posta dal Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato un laconico “Per noi il caso è chiuso”.
Ora, a parte il merito che è -e rimane- ignoto ed è competenza degli avvocati della famiglia, una siffatta risposta è da aspettarsela da parte di qualcuno di quei molteplici garbati potenti di turno che imperversano, fino a quando il Signore glielo concede, nello spazio e nel tempo della terra: ma è fastidioso e urtante, oltre che improprio, provenga da parte di un sacerdote cristiano sebbene incaricato, questi, di compiti politici e amministrativi tanto importanti.
Tutto può darsi e perfino che la solerte e villana risposta corrisponda, motivatamente, al vero e che negli archivi vaticani non ci siano poi tutte quelle segrete notizie che la vulgata attribuisce loro. Ma nondimeno, pur riconoscendo a tutti, istituzioni comprese, il diritto alla riservatezza e a comunicare quanto si ritiene opportuno, ci si aspetterebbe in un ambiente dichiaratamente non laico (ed usiamo il termine nella sua accezione peggiorativa) una diversa considerazione e rispetto verso la sofferenza e chi cerca di sapere qualcosa: può darsi che l’invocata documentazione sia un miraggio e nemmeno esista o sia irrilevante o degna, per contro, di essere trattata alla luce della ragion di stato la quale non risparmia nessuna umana istituzione temporale e nel caso, per sfortuna della fede, neanche il minuscolo soggetto politico oltre Tevere cui moltitudini di persone continuano ad accreditare tuttora, nonostante tutto e sebbene con sempre minore convinzione, qualche differenza sostanziale rispetto agli altri Stati.
Perché se non ci sono differenze, anche nel comportamento (che comunque, talvolta, tanto formale non è) delle persone, siamo messi veramente male.
In palese e inevitabile conflitto anche con le molte parole di Francesco papa, da ultimo sulla misericordia e altre di non minore rilevanza spirituale, che rischiano di rimanere opera di buona comunicazione, ma che sono invece fra le prime ad essere avvilite e a sembrare desolatamente inutili già in casa propria.