APOCRIFA: Escatologia

Da sempre l’uomo, in un modo o nell’altro, in prospettiva religiosa, filosofica o scientifica, s’interroga o ragiona considerando le ultime cose, vale a dire intorno alla fine: non tanto della singola vita (che peraltro già è, o sarebbe, esercizio notevolmente impegnativo) quanto piuttosto del mondo o della realtà che conosciamo.

L’escatologia scientifica, in particolare, sembra a numerosi moderni maggiormente credibile rispetto a ogni altra a causa delle fonti e delle argomentazioni, scientifiche appunto, sulle quali essa si basa a differenza delle forme più classiche o tradizionali che comportano di credere, almeno un po’, in una religione o in un Dio.

Mentre la scienza richiede di prestare fede (e non poca) solo a uomini e per di più sapienti.
Ora è recente la notizia che nel Regno Unito sia stata pubblicata postuma, in questo stesso mese, l’ultima opera del professor Stephen Hawking morto non molti mesi or sono.
Questi, illustre matematico, cosmologo e astrofisico noto nel mondo non solo a livello accademico per i suoi studi potenti, ma anche per la sua capacità divulgativa, da tempo insisteva sulla potenziale pericolosità dell’intelligenza artificiale e quindi, secondo notizie di stampa inglese intorno al suo nuovo libro Brief Answers to the Big Questions, era da ultimo ritornato sul tema coinvolgendo anche l’ingegneria genetica.
Sono quindi fondamentalmente due gli inneschi che possono dare luogo al processo distruttivo esiziale e senza ritorno per gli umani.

Con l’ingegneria genetica si arriverà alla realizzazione del superuomo, meta a lungo sognata anche in ambito culturale e filosofico, il quale a motivo e in forza della propria avanzata et perfezionata costituzione nonché dei relativi processi, fisici e mentali, appropriati al nuovo sarà forse in grado di abbandonare il pianeta, sul quale la vita come noi oggi la sperimentiamo sarà in via d’estinzione a motivo di qualche prossimo disastro (peraltro già previsto anche da altri più o meno celebri) attribuibile al riscaldamento globale o alla guerra condotta con armi nucleari o batteriche et similia o all’impatto con un asteroide. Oppure sarà in grado, il superuomo, di sopravvivere perfino sulla Terra.

Questi super(umani) si disinteresseranno ovviamente degli altri esseri umani che non avranno avuto lo spazio o la possibilità (e qui si potrebbero innestare considerazioni di ordine politico, sociale ed economico oltre che scientifico) di progredire a loro volta e saranno quindi destinati a finire in breve e fatalmente il loro ciclo naturale.

Accanto al primo, dell’ingegneria genetica, ci sarà il problema dell’intelligenza artificiale ove essa, come non è escluso possa anche accadere, sfugga di mano involontariamente al suo costruttore o sia dal medesimo dolosamente manipolata a scopo di potere e non tanto (o solo) dallo scienziato pazzo tradizionale operante nelle prospettive fantascientifiche quanto dai soggetti privi di qualsivoglia morale o etica (se non indirizzata al proprio unico uso e consumo) che ne avranno il controllo di processo (anche in termini di sviluppo strategico politico, economico e, in un certo qual modo, sociale).

Come si vede, quindi, pressoché niente di effettivamente nuovo si ascolta mai rispetto alla fantasia più o meno realistica, anche in termini di previsioni (collisione cosmica, calamità naturale, guerra d’annientamento nucleare o batterica), già abbondantemente esercitata nel tempo: la differenza risiede, sostanzialmente, nella verosimile maggior capacità scientifica di elaborazione, anche su dati e conoscenze specifiche, da parte del soggetto parlante e quindi in una potenziale maggior fondatezza delle sue previsioni.

Molti anni or sono uno sconosciuto macedone, di professione medico e storico, secondo i nostri canoni, dilettante si ingegnava di descrivere con parole sue oltre che con la semplicità e l’ignoranza scientifica del suo tempo qualcosa di sostanzialmente simile: …terremoti grandi e di luogo in luogo carestie e pestilenze ci saranno, terrori e dal cielo segni grandi…e vi saranno segni nel sole e nella luna e nelle stelle e sulla terra angoscia delle genti in difficoltà per il fragore del mare e dei flutti, spirando gli uomini per la paura e l’attesa delle cose venienti al mondo … (Lc 21,11;26).

LPD

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