L’APPROFONDIMENTO: Un Medico Italiano all’Origine del Moderno Concetto di Materia
Un Medico Italiano all’Origine del Moderno Concetto di Materia
Quando pensiamo all’avvento della scienza moderna i primi nomi che ci sovvengono sono quelli di Galileo, Descartes e Boyle a motivo del loro contributo ad ambiti come l’astronomia, la meccanica e la chimica. Questi autori si fecero promotori di una nuova visione del mondo come macchina, dove l’universo era visto come un grande orologio regolato da leggi meccaniche, necessarie e automatiche. Le qualità aristoteliche che avevano dominato per secoli il dibattito filosofico venivano così affiancate e progressivamente rimpiazzate da quelle geometriche e matematiche come numero, peso, movimento.
Pochi sanno che in realtà l’impulso fondamentale verso questa che fu — quand’anche non una rivoluzione — una grande ridefinizione dello schema generale del mondo, venne da un medico Italiano, amico e contemporaneo di Galileo e dal quale quest’ultimo fu profondamente ispirato: l’istriano Santorio Santorio (1561-1636).
Noto per le sue intense e meticolose ricerche sul metabolismo, Santorio fu anche e soprattutto un eminente scienziato. Gli strumenti da lui inventati, dal termometro all’anemometro, dalla bilancia pesa persone sino a strumenti chirurgici e clinici che farebbero invidia a quelli attualmente impiegati dai moderni ospedali, furono molti ed ebbero un’influenza enorme nel campo della scienza medica.
Ciò che sino ad ora era rimasto ignoto è che Santorio aveva elaborato una teoria della materia che non solo anticipa di vent’anni quella esposta da Galileo nel Saggiatore (1623), ma che risulta rispetto ad essa assai più complessa. Sin dal 1603 Santorio propone una visione del cosmo come grande meccanismo ad orologeria, in cui le qualità sensibili (caldo, freddo, secco ed umido) sono determinate da un movimento di corpuscoli in uno spazio puramente tridimensionale, un merito solitamente ascritto ad autori addirittura successivi a Galileo.
La scoperta è stata fatta da un ricercatore italiano del Centro per la Storia della Medicina dell’Università di Exeter nel Regno Unito, il Dott. Fabrizio Bigotti, che studiando Santorio ha riscoperto le sue note manoscritte in un libro conservato presso la British Library di Londra.
“Note marginali che sembrano spesso irrilevanti possono invece svelare interi e ignoti percorsi di pensiero” ha spiegato il ricercatore.
“Sapevo che Santorio si era occupato di struttura della materia, ma quello che emerge da queste note è un intero programma di ricerche sperimentali, condotte per più di quarant’anni e facendo spesso uso di strumenti inventanti appositamente. L’aspetto sicuramente più sorprendente e che questa scoperta ci costringe a riscrivere una parte importante del pensiero scientifico, in quanto vi è evidenza del fatto che Santorio aveva elaborato la sua teoria ben vent’anni prima di Galileo e che le sue ricerche anticipano le conclusioni di autori successivi come il tedesco Daniel Sennert e l’inglese Robert Boyle.”
La riscoperta delle note manoscritte ha già dato occasione per organizzare una conferenza internazionale che prevede l’intervento di studiosi da ogni parte del mondo e che sarà sponsorizzata dalla Wellcome Trust di Londra, dall’Università di Exeter e dall’ italiana Fondazione Comel — Institutio Santoriana di Milano e Pisa.
Gli studiosi sono avvisati: si tratta di un’occasione da non perdere per riscoprire la ricchezza e l’importanza del contributo italiano alla storia del pensiero scientifico.
For further details see: Jonathan Barry and Fabrizio Bigotti, Humours, Mixtures, & Corpuscles. A Medical
Path to Corpuscularism in the Seventeenth Century, Pisa 18-20, May 2017.