APOCRIFA: Affari & diritti
Dunque, finalmente, la sogliola che se ne stava piatta e mimetizzata sul fondo sabbioso, peraltro già opaco di suo, dei rapporti interstatuali è stata smossa nel corso dei recenti colloqui ad oggetto accordi commerciali fra i presidenti francese ed egiziano.
Ed è apparsa, tra l’altro, anche come quella classica modalità del parlare a suocera perché nuora, se proprio stupida non è, intenda.
Non che la cosa sia -nella sostanza- una gran novità invero, ma l’ipocrisia politica internazionale, connotata da un lungo elenco di motivi regolarmente pretermessi nella comunicazione, è connotata da funzioni preventive idonee ad evitare (sfortunatamente per i cittadini) che il pierino di turno se ne esca come il suo illustre anderseniano predecessore: Ma il re è nudo!
Fra una parola e l’altra in materia di contratti commerciali, culturali (che non mancano mai) e militari (satelliti, navi da guerra e cacciabombardieri) che non mancano del pari, si sono anche parlati, stando alle cronache, del ricercatore italiano recentemente ucciso e del professore francese a sua volta ucciso tre anni or sono nella capitale d’oltremare.
A parte, come raccontano, le proteste di rito, già ripetutamente quanto inutilmente sentite in Italia, sulle buone relazioni esistenti e sui tentativi di incrinarle, sulle promesse di piena trasparenza e sull’esistenza delle forze malvage ecco finalmente il dunque: I criteri europei sui diritti umani non dovrebbero essere applicati in paesi in difficoltà come l’Egitto perché la regione è molto turbolenta.
Così c’è il criterio per l’interpretazione autentica di tutte le altre assicurazioni e garanzie sul tema, passate e future. Qualcuno l’aveva intuito e forse ci si poteva risparmiare anche qualche fase del processo di comunicazione/smentita/copertura cui siamo stati indotti a partecipare nostro malgrado: è la ragion di stato ad essere opposta alla richiesta di verità.
Come invero farebbero anche Paesi amici (dagli amici ci guardi Iddio), occidentali compresi, se un problema toccasse in qualche modo la loro sicurezza nazionale, vera o in quel certo momento presunta tale.
E’ un dolore in più per la esemplare famiglia del giovane, ma -ed ancora sperando di sbagliare- il Governo, determinato a parole, non lasci cadere la cosa nel dimenticatoio consentendo ai tragici fatti di diluirsi in un tempo che non sempre è galantuomo, anzi: è corrivo poiché ogni giorno porta qualcosa di nuovo e dopo un po’ le tracce sono ricoperte da altre che vi si accumulano con cronologica inesorabilità. Vedasi l’India dove due soldati italiani sono, a proposito di diritti umani, di fatto sequestrati da anni senza processo.
Poiché anche l’Italia ha i suoi bravi interessi di vario genere con l’Egitto e poca propensione (anche questo ha una sua logica) a guastarli, continui pure a gestirli come può, ma almeno metta in guardia ufficialmente i propri cittadini i quali invece vi si recano per viaggio, per studio, per scopi umanitari e per quanto nulla ha a che vedere con gli affari (a pericolo dei diretti interessati, come in altre parti a rischio dello scenario mediterraneo) che in quel Paese i diritti umani non valgono.
Luca Pedrotti Dell’Acqua