L’APPROFONDIMENTO – Il segreto che sbriciola l’ansia
L’ansia è un sentimento umano oggi sempre più diffuso. Il mondo incalza e dice alla mente: “Ora cosa devo fare?” O perfino: “Ho mille cose da fare!”.
E corriamo e corriamo, senza avere mai senso di sosta. Senza giungere al fondo.
Anche malattie fisiche (tachicardie, sbalzi di pressione, confusione mentale) possono essere originate dall’ansia.
Utili al riguardo alcuni insegnamenti orientali: vi offro un piccolo esercizio, in tre passi.
Primo. L’ansia va riconosciuta come tale: essa è quella voce che ci dice di non fermarci. E non si placherà mai! Appena fatta una cosa ecco che subito ne individua un’altra.
Fare, fare.
Secondo. Fare.
È una parola chiave, un verbo diffuso. A volte sento dire: “Di fronte a un problema io preferisco fare qualcosa piuttosto che rimanere senza far nulla”. Lo comprendo. In passato io ricorrevo al fare perfino per riposarmi: facevo una vacanza, facevo un massaggio, facevo una telefonata, facevo. O così credevo.
In realtà il nostro linguaggio induce a equivoci.
A nostro parere, il fare è positivo perché è attivo e ci conduce da qualche parte. Mentre il non-fare è negativo, perché è passivo e ci induce alla pigrizia.
Quante volte potremmo scoprire … che una situazione si risolve da sola. O che è meglio attendere. O che è opportuno attendere! O che non è urgente e possiamo rinviare a domani. Placare il cuore.
A uno sguardo più attento, possiamo notare come il fare diventi attivo solo se impara a transitare, prima, da un istante di non-fare.
È l’istante che interrompe la catena degli impulsi, automatismi, reattività.
Questo istante potrà durare un attimo, un giorno o una settimana: a seconda del contesto e del vostro grado di allenamento. Vi permetterà di spezzare gli automatismi che imbrigliano la vostra vita.
Ed essi si sbriciolano nell’istante della pausa.
Terzo. Da oggi, se volete scoprire un’energia forte e piena, il vostro intendimento, nelle diverse circostanze, non andrà più verso il “fare” ma verso la “piccola pausa” che lo precede. Respirate, e poi agite. Sempre. Nulla è urgente quanto questa piccola pausa: anche minuscola, ma dev’essere fatta, vera e totale.
È il cuore che per un attimo dice: “Va bene così”. E solo dopo, agisce.
Inizialmente questo potrà portarvi forse a rallentare o rinviare qualcosa o a sperimentare delle rinunce. Siate pazienti, è una tappa necessaria.
Successivamente la vostra azione tornerà a essere rapida, ma anche fresca e potente, non condizionata e priva di ansie.
Anche la salute ne trarrà vantaggio. E l’efficienza, la chiarezza di idee, i risultati.
La stabilità e gioiosità dell’umore. Anche le intuizioni.
Dunque, da oggi il vostro intendimento non sia più unicamente verso il fare, ma anche verso la piccola pausa che lo precede: minuscola, fosse anche l’ultima cosa.
E quella forza e benessere e chiarezza che cercavate, saranno con voi.
Elena Greggia
Orientalista e ricercatrice, Milano
(Elena Greggia, Una mente luminosa, Ed. I libri del Casato)