HomeDialogandoNewsletterApocrifaAPOCRIFA – MAGA, MEGA (e MIGA)

APOCRIFA – MAGA, MEGA (e MIGA)

Cosa sia Maga lo sanno tutti dopo mesi di berretti da ciclista e di magliette con su la coinvolgente formula produttrice, nell’agone elettorale d’oltre Oceano, del vento in poppa per la navicella dell’ingegno rep che ha lasciato indietro la scialuppa di Mrs. Harris con ai remi i consueti potentati dem del passato.

Il gran capo, intronizzato alla Casa Bianca, è partito a testa rincagnata e muso duro lungo la rotta del nuovo corso deciso a dimostrare al mondo, alla maggioranza di acuti entusiasti e alla minoranza di ritardati (ancora) tiepidi, che la sua parola, a parte l’uso distorto e malizioso del fact checking che ogni volta lo prende in castagna sulla veridicità degli enunciati, si sta rattamente avvicinando all’efficacia di quella un tempo attribuita al Signore: potenza e atto: fiat lux e senza tante storie la luce fu.

La parola, costituita da promessa e minaccia sempre intrecciate in proporzioni variabili, è realizzata nel mondo fisico (in quello metafisico non ancora) con lo strumento dell’ordine esecutivo, atto imperial-burocratico  dai lineamenti invero vagamente ossimorici poiché capace di suggerire il dubbio che ci siano anche ordini non esecutivi o teorici, chiamiamoli così (un po’ come le grida).

Forse avendo presenti le italiche leggi che, come gli avrà rivelato da Roma qualcuno a lui vicino, una volta pubblicate sulla Gazzetta e quindi in vigore attendono quietamente (per funzionare) anche i decreti ministeriali attuativi e così, nell’attesa, l’attenzione si rivolge altrove.

In ogni caso gli ordini esecutivi sono vergati con sicurezza e braccio teso preferibilmente davanti agli obiettivi foto-tele-cine allo scopo di un giusto loro riconoscimento mediatico in assenza del quale nella vigente civiltà della comunicazione nulla esiste e, quanto alla loro produzione, sono oramai più numerosi, in una manciata di giorni (altro che i fatidici 100), delle già menzionate italiche leggi in un anno.

E non è poco essendo il Bel Paese ferace produttore di norme in numero pari, da solo, a quello di tutta la vecchia Europa messa insieme.

La quale da parte sua è -secondo la elastica terminologia invalsa a descrivere lo status di quando non si sa che pesci prendere- sempre ‘pronta a …’: i puntini destinati a diventare comprensibili in un secondo o terzo tempo.

L’attuale storico momento di transizione verso la realtà MAGA, che anche i più distratti sono consci di stare vivendo e certo non mancheranno, potendo e riuscendoci, di trasmetterne i sensi ai figli e a chi verrà dopo (e non avvenga che debbano sospirare loro: Io non c’era), ingarbuglia perfino giornalisti e opinionisti usi ad applicare un cartellino semantico ad honorem ai grandi del momento (non si sa mai).

E’ noto e. g. che il presidente russo sia per tutti lo Zar, il turco il Sultano e da noi -un po’ più modestamente, ma non con minore efficacia- i presidenti dei consigli regionali siano stati con opportuna piaggeria elevati al rango spagnolesco di Governatori (fra i quali il veneto ora è quasi Doge e non sia mai: altri non vorranno essere da meno ed è immaginabile lo sforzo per fare crescere di grado il governatore campano).

Per il leader del MAGA, dal principio del suo cursus honorum targato taikùn (che in giapponese significa ‘grande uomo’) e in particolare dopo l’esibizione nazi-augustea del suo sodale, taikùn n. 2 elevato a rango governativo, che peraltro il leader se lo mangia quando vuole, è stato e. g. abbozzato Imperatore, ma ancora non c’è un orientamento definito.

E si capisce: si aspetta per non sbagliare o. meglio, per farsi suggerire.

In ogni modo esempi, cui ispirarsi, nella storia non difettano: oltre allo imperator romano, del divo Giulio erede ci sono l’assiro Sargon II che deportò Samaria e il babilonese Nabucodonosor II che deportò Giuda: più o meno il progetto nei confronti dei Palestinesi odierni.

Si stima che gli Assiri, i primi a usare la deportazione a scopo politico, abbiano ricollocato all’incirca oltre quattro milioni di persone in un periodo di 250 anni, mentre i Palestinesi oggetto dell’attuale proposito sono poco meno di due milioni e già dai numeri si vedono i progressi della civilizzazione e, in particolare, della logistica.

E’ doveroso oltre che istruttivo leggere il post che il presidente ha comunicato urbi et orbi sulla sua piattaforma Truth (post riprodotto di seguito in originale) anche per rendersi conto che con le elezioni (almeno fino a quando ci sono) non si dovrebbe scherzare: una volta infatti che si è fatto uscire qualcosa dal limbo, poi lo si tiene anche.


Si noterà nella prosa presidenziale oltre alla previsione della più grande operazione immobiliare di tutti i tempi anche un felice accostamento dei Palestinesi con una delle sue bestie nere in patria (the Palestinians, people like Chuck Schumer …) che svela forse anche il proposito di deportare l’esponente democratico in Columbia, magari approfittando di uno dei tanti voli, o altrove.

A proposito del taikùn n. 2, è a lui che si deve il germinare di MEGA, Make Europe Great Again, iniziativa politica promossa come espressione del diritto naturale alla propria opinione, e ci mancherebbe altro, rivolta alle proli dei sovranisti e populisti che per due volte in un secolo hanno incendiato l’Europa e il mondo.

Taluni, fra i più colti, hanno il dubbio che in Sud Africa la storia europea sia del tutto nota essendo bastata ai bianchi locali l’esperienza di Boeri e di Inglesi, mentre talaltri, più terra terra, opinano che l’obiettivo sia di ordine economico (non per niente desso, precedentemente avendo dichiarato di voler rimanere fuori dalla politica, aveva poi sostenuto i dem staccandovisi per i rep a fronte dell’astro ri-nascente).

E quindi aspirando ad aumentare le vendite in genere e mettere in sicurezza X è logica l’ipotesi di destrutturare l’Unione e quindi l’attenzione a dove va parte consistente del vento europeo.

Certo che lì per lì, all’indomani delle due paci, di entusiasti sostenitori di coloro che avevano provocato i noti disastri ce ne erano pochini e, tanto per rimanere all’ultima, i nazi-fascisti sembravano superati dal giudizio della storia che loro medesimi avevano dirottato sul binario della morte prima di scomparire.

Ma ogni illusione di progresso umano spirituale è, appunto, illusione e i lurchi neri, dopo prudente attesa (tutto scorre, diceva il saggio), sono tornati in gran numero a fare pasqua prima nelle loro tane e poi fuori: ora il taikùn n. 2 li chiama a bandiera ed essi accorrono in frotta, in particolare all’odore di trifola (potere e mamòn) presente e futura.

Industriali e imprenditori, che con buona pace per il valore del capitale umano decantato nei convegni politicamente corretti, coltivano  il sogno di dipendenti simil-automi (come funzionavano bene, a bagno d’olio, le fabbriche e gli opifici e le attività in genere -treni compresi- ai tempi del Fuehrer e del Duce) e mantengono la prassi di essere sempre dalla parte del governo, qualsivoglia esso sia, per ora se ne stanno composti con le orecchie dritte e seguono l’effetto che fa il piffero sulla transumanza sempre in corso delle greggi che per quanto scalcinate possono nondimeno spezzare in diretta il pane della conoscenza su X e Truth.

Greggi antropomorfe che da tempo hanno rinunciato al (buon) pastore preferendogli idolatrici succedanei e diventando antropofaghe.

Neanche nella nota favola dei fratelli Grimm, invero, la vicenda del pifferaio magico (peraltro più simpatico degli attuali) finì molto bene, come si sa, e dei bambini di Hamelin, dopo gatti e topi, ne rimase solo uno: era, povero piccolo, zoppo e incapace di tenere il passo spedito degli altri e così era rimasto (o l’avevano lasciato) indietro nel bosco: esausto, abbandonato e salvo.

L’iniziativa MIGA (Make Italy Great Again) è un pelino più indietro, ma allattata dalle altre due non tarderà a crescere e a manifestarsi meglio.

Certo, anche in questo caso non è sempre chiaro indovinare quale grandezza si brami ricostruire: se quella (per non andare lontano) dell’Umanesimo e Rinascimento o quella (più recente) dei reggicoda di Hitler, parvenu comunista nazi-travestito, delle leggi razziali, delle coraggiose e incisive azioni vs Grecia e Francia et alia.

Quando sugli scranni governativi sedevano grillini austeri segretari di Stato e sottosegretari si tendeva ad addebitare all’inesperienza e alla necessità di fare pratica talune loro incertezze operative (dopo tutto uno valeva l’altro), ma al presente pare che neanche conoscenza ed esperienza valgano a migliorare lo standard.

Il ministro della Giustizia è un magistrato e quello degli Interni un prefetto e nondimeno la causa del comportamento dell’Italia nell’affare libico è da individuarsi, pare. non a Roma, ma all’Aia (Den Haag) e in carico alla Corte Penale Internazionale sul capo della quale si stanno ora scaricando le sanzioni di altro novello decreto esecutivo del presidente USA.

Come si vede, la compagnia è multiforme e sempre in trasformazione sulla falsariga della legge di Antoine-Laurent de Lavoisier.

A proposito di MIGA, è meglio mantenere l’acronimo anglosassone perché una sua traduzione potrebbe contribuire, con formula forse un po’ materiale sibbene fisiologicamente non peregrina, a mettere dubbi sulla iniziativa.

LMPD

 

Print Friendly, PDF & Email