HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Garfield

L’APPROFONDIMENTO – Garfield

Tutti coloro che si lamentano delle politiche del 47° presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump, potrebbero essere tentati di addossare una parte delle colpe alla medicina. Infatti il 20° presidente James A. Garfield, che restò brevemente in carica tra il marzo e il settembre 1881 (la seconda presidenza più breve dopo quella di William Henry Harrison, che durò circa un mese), morì per gli errori medici che si verificarono nel corso delle cure prestategli dopo l’attentato del 2 luglio 1881, avvenuto in una stazione ferroviaria di Washington.

Sebbene le ferite non fossero fatali, una delle pallottole si era conficcata profondamente nella schiena del presidente e i medici non riuscirono a rimuoverla. Nelle successive settimane, Garfield soffrì di infezioni e complicazioni causate dai tentativi dei medici di estrarre la pallottola con strumenti non sterilizzati e dalle loro continue esplorazioni della ferita. Alla fine, la causa della morte fu la sepsi e l’impegno cardiaco conseguente.

Proprio a causa della sua brevissima presidenza, durata quasi esattamente 200 giorni (dal 4 marzo 1881 al 19 settembre 1881), il mandato di Garfield non è caratterizzato da iniziative politiche pienamente realizzate. Tuttavia, gli storici valorizzano alcuni aspetti notevoli, tra i quali – sul piano interno – spiccano il sostegno ai diritti civili per gli afroamericani e l’impegno a realizzare un sistema di istruzione universale finanziato dal governo federale. Garfield nominò anche alcuni afroamericani a posizioni politiche importanti, un passo significativo per l’epoca. In politica estera, il suo Segretario di Stato, James G. Blaine, invitò tutte le repubbliche americane a una conferenza che avrebbe dovuto tenersi a Washington nel 1882 per promuovere la cooperazione e il commercio. Tuttavia, questa conferenza non si tenne a causa della morte prematura di Garfield.

Immaginare un “what if” relativo alla presidenza di Garfield, immaginando cosa sarebbe potuto succedere se i medici fossero riusciti a salvargli la vita, è un esercizio del tutto arbitrario ma che porta a considerazioni affascinanti, se si tiene conto del potenziale innovativo che – per l’epoca – avevano alcune delle sue posizioni politiche.

La storia avrebbe potuto prendere una piega molto diversa se Garfield avesse avuto più tempo. Per esempio avrebbe potuto esercitare pressioni sul Congresso per approvare leggi a tutela dei diritti degli afroamericani, in un periodo di crescente segregazione e violenza. Questo avrebbe potuto accelerare il superamento della frattura sociale causata dallo schiavismo e ridurre drasticamente le tensioni etniche che hanno travagliato la storia americana successiva.

Inoltre, la sua leadership avrebbe potuto influenzare significativamente il corso della politica estera degli Stati Uniti, gettando le basi per una maggiore cooperazione politica ed economica tra le nazioni del continente americano, portando a una situazione nella quale gli Stati Uniti avrebbero potuto moderare le loro spinte egemoniche e alcune più fragili democrazie avrebbero potuto accedere anticipatamente a un buon grado di sviluppo economico evitando guerre, ribellioni e colpi di stato.

Tutto questo – se fosse successo – avrebbe portato a un 2025 ben diverso dal nostro, nel quale non sarebbe stato concepibile un ruolo politico di spicco per un uomo come Trump. Purtroppo però Garfield non ebbe medici all’altezza delle sue necessità e il corso reale della storia successiva è stato del tutto diverso.

Oggi, l’unico contatto che sembra esserci tra il 20° e il 47° presidente (rieletto nuovamente dopo essere stato il 45°) è rappresentato dal protagonista di una popolare striscia a fumetti che si chiama appunto Garfield: si tratta di un grosso gatto soriano arancione, noto per la sua pigrizia, il suo cinismo, il suo egoismo e la sua compulsiva golosità. Garfield è inoltre un personaggio pungente e sarcastico, molto abile nella manipolazione altrui. Questi sono anche i principali difetti che vengono comunemente attribuiti all’attuale inquilino della Casa Bianca.

 

Davide Caramella

Print Friendly, PDF & Email