APOCRIFA: Carte & carte
Dalle quali risulta quello che è noto fin dai tempi del Sinai, e cioè che non di rado l’uomo, fra le altre cose, tende anche ad essere ladro e bugiardo.
A tutte le latitudini e a tutti i paralleli, ricorrendone -ovviamente- le condizioni. Ed indipendentemente dal credo politico.
Se, come hanno scritto, in quel di Panama ci sono oltre 25.000 legali specializzati in operazioni offshore, dalla costituzione alla gestione di società commerciali collocate nei c. d. paradisi fiscali (Bahamas, British Virgin Islands, Seychelles, Panama stessa etc), non si può certo dubitare di una diffusa domanda proveniente dal mercato che, come sembra, non conosce limitazioni territoriali o politiche. E dire che Panama era stata tolta dalla lista dei Paesi non collaborativi: chi sa gli altri.
Come talvolta succede, la buccia di banana è una segnalazione anonima (comprensibilmente peraltro: quanta aspettativa di vita avrebbe l’autore, singolo o collettivo?), oggi si tende a denominarla più o meno appropriatamente whistleblower, che ha passato alla stampa tedesca (Suddeutsche Zeitung) un pozzo di oltre undici milioni di files poi condivisi con il ICIJ, il Consorzio internazionale di giornalismo investigativo, lo stesso che recentemente (2014) con l’inchiesta Luxleaks ha provocato qualche non marginale mal di testa al Lussemburgo.
Allo stato delle prime notizie sembra che le principali matrici degli interessati coinvolti siano tre: persone ricche (imprenditori, artisti, sportivi etc), persone connesse con il malaffare, persone con alti incarichi o posizioni politiche. Per usare una scontata endiadi: vip e potenti del mondo accomunati dal generalizzato desiderio di nascondere il proprio (molto) denaro quanto più possibilmente al sicuro e con il maggior risparmio fiscale le tasse essendo, da che mondo è mondo, un fatto di pertinenza del popolo cui non per nulla vengono di norma, dall’alto, indirizzate le più rigorose reprimende in materia.
Che i ricchi, comunque abbiano accumulato i loro beni, siano sensibili a nasconderli non fa meraviglia a nessuno, ovviamente, ma anche la preoccupata attenzione degli alti politici di avere il medesimo obiettivo è, invero, solo un paradosso apparente.
Proprio forse perché sono nelle più agevoli condizioni di conoscere oggettivamente in quali situazioni essi stessi si trovino, nelle rispettive alte cariche, hanno l’ansia di mettere fieno in cascina all’insegna del non si sa mai o del proprio perché si sa, eccome.
Non dimenticando che il mondo è oramai diventato piccolo, molto piccolo, e che, in caso di ribaltone, non solo non è affatto agevole trovare un posto sicuro ove rifugiarsi convenientemente, ma l’asilo si preannuncia altresì comunque molto costoso poiché anche gli amici più fidati, e in politica ce ne sono molti, seguono con partecipe attenzione il flusso dei conti correnti. Onde il denaro non basta proprio mai.
Sono sicuri di sé, potenti, altezzosi, violenti e si odiano cordialmente fra di loro, ma poi si fanno trovare tutti quanti davanti alla stessa credenza, con le dita nel barattolo della stessa marmellata.
E chi sa se qualcuno prova almeno un po’ d’imbarazzo. Oppure la procellosa e dura milizia per arrivare dove sono giunti, e per restarvi, ha tolto loro anche quel minimo di autosensibilità (coscienza?) che nella maggioranza dei casi è il primo dei molti passi per rispondere alla massima delfica (Conosci te stesso) e per tener conto dell’avvertimento evangelico (Stolto, questa notte ti è richiesta la vita, Lc 12,20).
Luca Pedrotti Dell’Acqua