L’APPROFONDIMENTO – Tre date
Per chi volesse selezionare tre date in un secolo, la scelta è molto ampia: in effetti in ogni secolo sono disponibili più di 36.000 date. Alcune di queste sono famose per eventi storici da ricordare, come quelli che vengono riportati nei manuali sui quali studiano i ragazzi delle scuole. Ma ci sono anche tantissime date che non sono ritenute particolarmente memorabili e che vengono trascurate. L’attualità ci suggerisce di recuperare tre date del Novecento: il 27 luglio 1900, il 1 marzo 1942 e il 14 febbraio 1990.
La prima data non è proprio del Novecento perché il secolo comincia (in modo un po’ controintuitivo) nel 1901, ma – in considerazione dell’assoluto arbitrio nella scelta delle date – questo sembra un dettaglio poco importante. Quindi, il 27 luglio 1900 assistiamo alla partenza di una spedizione militare tedesca dal porto di Bremerhaven. La spedizione è diretta in Cina per fronteggiare la rivolta dei Boxer e viene salutata dall’imperatore Guglielmo II con un discorso che verrà ricordato come l’Hunnenrede (il discorso degli Unni). Il nome è dovuto a un passaggio che recita: «Il nemico sarà sconfitto! Non si darà tregua! Non si faranno prigionieri! Chiunque cade nelle vostre mani è perduto! Come mille anni fa gli Unni, sotto il loro re Attila, si fecero un nome che li fa apparire ancora oggi formidabili nella storia e nella leggenda, possa così il nome “tedesco” acquistare per mezzo vostro una tale reputazione in Cina per mille anni, in modo che nessun cinese osi mai più guardare di traverso un tedesco». Il ministro von Bülow tenta di dare ai giornalisti un testo emendato, ma il testo originale ha una tale diffusione che, nel successivo corso del Novecento, i tedeschi sono stati spesso chiamati “Unni” dai loro avversari nelle due guerre mondiali.
Il 1 marzo 1942 (quasi esattamente ottant’anni fa) ci spostiamo a Lubiana, da poco annessa al Regno d’Italia, dove il generale Mario Roatta, comandante militare incaricato di reprimere la resistenza nei territori occupati in Jugoslavia, emana la Circolare 3 C. Si tratta di un documento linguisticamente approssimativo ma di brutale comprensibilità che inizia così: «L’armata è in guerra guerreggiata. Questo importa: mentalità di guerra, ripudio delle qualità negative compendiate nella frase ‘bono italiano’ e grinta dura». La frase forse più nota della Circolare si trova poco più avanti: «Il trattamento da fare ai ribelli non deve essere sintetizzato dalla formula: ‘dente per dente’ ma bensì da quella ‘testa per dente’!».
Finalmente il 14 Febbraio 1990 ci allontaniamo dalla Terra e voliamo ai limiti esterni del nostro sistema solare dove sta transitando la sonda Voyager 1, lanciata quasi tredici anni prima. In quel giorno di San Valentino del 1990, dalla sonda spaziale viene scattata una fotografia che mostra la Terra come un minuscolo puntino nella vastità dello spazio. L’astronomo statunitense Carl Sagan, in un libro uscito nel 1994, farà alcune riflessioni a partire da quella fotografia, diventata nel frattempo famosa: «Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche indiscusse, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni ‘comandante supremo’, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su quel minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo puntino agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo. Quanto frequenti sono le loro incomprensioni, quanto smaniosi sono di uccidersi l’un l’altro, quanto fervente è il loro odio. I nostri atteggiamenti, il nostro futile senso di importanza, l’illusione che abbiamo di avere una qualche posizione privilegiata nell’Universo, sono messi in discussione da questo puntino di luce pallida. Il nostro pianeta è un granello solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità – in tutta questa vastità – non c’è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche parte per salvarci da noi stessi».
Davide Caramella