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APOCRIFA – Diario di bordo

Tenere un diario per alcuni giorni, nella specie per il mese di agosto, è un semplice esercizio per sperimentare come (quasi) tutto quello che sembra quotidianamente importante subito scompaia sottovento. “E’ già passato un anno da quella sera…” osservava una vecchia canzone dei Gufi e non per nulla i più saggi raccomandavano: “Insegnaci a contare i giorni” (Sal 98/99).

Caro Diario,

le Olimpiadi si sono aperte con la bandiera issata al contrario dai militari e un bel temporale che ha fatto notare anche ai distratti come sulle tribune riservate alle Autorità l’unico luogo al riparo fosse stato previsto per il Paese organizzante: infatti molti illustri ospiti, per i quali non era stato immaginato, nonostante le previsioni, neanche l’ombrello, se ne sono andati.
Il nostro Presidente è invece rimasto sotto alla pioggia fino al passaggio della nazionale per salutare la squadra festante: differenza fra chi ha migliaia d’anni di civiltà alle spalle e uno dei tanti per cui Parigi val bene una messa.

Si è anche scoperto che la balneabilità della Senna, costata ben cara, è condizionata dalle fogne cittadine l’efficienza delle quali è a sua volta condizionata, caso per caso, dalla quantità della pioggia. E così per i vari affluenti e relative fognature: Escherichia coli tripudians (a detta degli esperti è peraltro una delle infezioni meno pericolose fra quelle che si possono prendere in un fiume).

Il direttore artistico della cerimonia d’apertura ha dichiarato di avere voluto celebrare i valori della Repubblica con una grande festa pagana (scelta apprezzata dalla gran maggioranza) mettendo in scena dèi dell’Olimpo. I più colti hanno individuato il quadro di riferimento dell’evento clou in un dipinto secentesco di Jan van Bijlert, artista caravaggesco di Utrecht [Le Festin des Dieux (… banquet célébrant le mariage de Thétis et Pélée), Museo Magnin, Digione] e coloro che citano l’Ultima Cena non si accorgono di trattare male Leonardo il quale però, da parte sua, altamente se ne stropiccia. I gusti sono gusti e la scelta coincide con la grandeur secondo il metro attuale.

Fra l’altro (potenza del Quai d’Orsay) per qualche ora perfino la Corea è apparsa unificata (sotto quella del Nord), ma l’ossimoro ricorrente, come consuetudine, è costituito da baccaglianti campioni nostrani dell’etica (altrui).

Il mondo fotografato e schedato: per la sentenza di uno sconosciuto giudice federale negli USA, prima decisione antitrust dell’era di Internet, “Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio“.

Meglio tardi (troppo) che mai, forse la sentenza, contro cui l’Azienda ovviamente ricorre, potrebbe aprire uno spiraglio sui comportamenti di gigantesche aziende tecnologiche che hanno usato le loro radici in Internet per influenzare il modo in cui acquistiamo, consumiamo informazioni ed effettuiamo ricerche online e indica un potenziale limite del potere delle Big Tech. È probabile che influenzi altre cause antitrust governative contro Google, Apple, Amazon e Meta, il proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp (NYT, 06 08 2024).

Ma che il delirio di onnipotenza dei social abbia passato i livelli di guardia e vaghi nelle steppe dell’illecito trapela da campagne sulle cui modalità e oggetti (parlare di guerra civile nel momento in cui, in Gran Bretagna, sono in corso gravissimi disordini razziali, è irresponsabile) sarebbe bene indagasse la magistratura: forse si attenderanno i novanta giorni che mancano al voto USA e sempre che, dal voto, non emerga la prevalenza dei radicali di destra.

La foto di gruppo della nazionale femminile di palla a volo, che ha conquistato l’oro olimpico contro la fortissima squadra USA, è una rappresentazione (in bello) dell’ONU e dell’Italia multietnica.
Come è, da sempre, l’Italia.

Solo a distratti può sfuggire che l’Italia è un melting pot da ben prima che gli americani coniassero, a proprio uso e consumo, un termine per noi senza senso poiché in ritardo storico secolare.
Paese colonizzato dagli Ioni, Greci che provenivano dalle coste anatoliche occidentali dove si erano mescolati con orientali, ricetto di popolazioni a loro volta mescolate per secoli nell’ambito dell’Impero di Roma, corrispondente al mondo di allora, prima di essere scorso, avanti e indietro, dalle invasioni barbariche che divennero poi anche stanziali e infine campo di battaglia diviso fra le potenze europee fino al Risorgimento (una manciata di anni or sono).

E’ quindi sempre valida, anzi ancora di più, la risposta data da Einstein al cretino di turno circa quale fosse la propria etnia: ‘razza umana’.

Anche se, invero, troppi comportamenti sembrano confliggere con l’ottimistica intuizione del grande scienziato.

Il Quirinale ha deciso, con opportuna saggezza, di convocare in visita non solo le medaglie olimpiche, ma anche i quarti posti, le medaglie di legno che per una frazione di respiro non sono salite sul podio.

Per la prossima volta sarebbe ancora più bello invitasse proprio tutti, anche gli ultimi che non hanno mai ricevuto l’attenzione di una fotografia o di una parola, ma che -indossato lo stesso colore- un po’ di (tanta) fatica l’hanno offerta anche loro senza raggiungere nulla, come avviene per la maggior parte degli uomini.

Per gli eleganti saloni del Quirinale sono transitate, nella storia, anche persone molto meno degne degli ultimi.

Il nostrano ministro della Difesa ha tranquillizzato gli Alleati circa i fermi propositi dell’Italia, internazionalmente nota nella storia per la capacità di mantenere nel tempo la coerenza delle proprie scelte, e ammonito -nel batracico entusiasmo di molti- il Paese invaso che non è bene difendersi in armi arrivando a calcare il (sacro) suolo del Paese invasore.

Il consueto politicamente corretto a proposito di armi difensive e armi offensive (ma l’Italia rimane affidabile, seria e salda amica dell’Ucraina).

Negli USA un fatto di fondamentale importanza, non solo per i cittadini americani, come l’elezione del presidente è divenuto una partita giocata sul prevalere di emozioni comunque divisive fra un fazioso in servizio permanente e una ripescata in articulo mortis: da una parte i bruti e dall’altra i colti che sanno stare al mondo. Fra tanti miliardari, ricconi, riccastri, attori e VIP sembra mancare negli schieramenti una certa parte dell’America.

Nel sesto anniversario (14 agosto) del crollo del ponte Morandi, ricostruito come San Giorgio, ecco la prevedibile e doverosa lista di note istituzionali, tutte simili, a memoria dei 43 morti e della necessità che sia fatta giustizia.

Strano Paese in cui la necessità di giustizia debba essere predicata dalle cariche pubbliche. A parte che la giustizia non restituisce la vita a nessuno, nondimeno essa, e non solo per il ponte di Genova, ancora rimane silente circa i chi, i come e i perché.
Una delle cose che meglio funziona e senza conoscere crisi è l’oblio.

Il duetto su Twitter-X della coppia più bella del mondo dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che non c’è (mai) limite al peggio.

In modo non tanto diverso, nel passato, sono andate in cenere le più potenti civilizzazioni del mondo.

Ci arrivò già, a suo tempo (V secolo a. C.), il sofista Protagora per il quale L’uomo è misura di tutte le cose (e scrive in argomento Platone: Quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io) onde –nunca se sabe-non rimane che sperare nella scelta, peraltro non facile, dei cittadini americani.

Quali sono i tratti somatici che rappresentano la maggioranza degli Italiani? A parte la (per ora) dimenticata Faccetta nera, sono essi quelli degli (slavati) alto-atesini, dei (francesizzanti) valdostani, dei (longobardi) padani, dei (levantini) liguri, dei (multiformi) epigoni della Magna Grecia o dei pugliesi, calabresi, napoletani e siciliani con ascendenti normanni-svevi-fenici-africani […]?

Del resto non c’è già stato qualcuno che, investito di munus pubblico, ebbe a richiamare la somiglianza con un primate (nella specie un orango) per una signora, al tempo ministro di pelle nera della Repubblica?

Ferragosto, la grande festa di sfuggente estate da sempre crinale fra la calura africana e il primo rinfrescare, è sorta come ricorrenza pagana a cura del primo sovrano di Roma (Feriae Augusti).
Dall’originario primo di agosto fu trasferita al quindici del mese quando divenne festa religiosa in onore della Madre di Dio. Ora è ritornata, salvo piccolo resto che si ricorda dell’Assunta, festa pagana che si consuma sotto al sole in affollamento e rumorose grigliate.

In un suo bel racconto ambientato nella civiltà yiddish I. B. Singer narra la vicenda del fornaio Gimpel (che sotto l’aspetto matrimoniale richiama la vicenda del profeta Amos) il quale regolarmente si fa convincere a modificare la realtà da lui veduta e sperimentata con la falsa negazione sostenuta dai suoi compaesani, dei quali è zimbello: ogni volta lo convincono dell’opposto ed egli, non per nulla “Gimpel l’idiota”, accetta.

Ora nuove applicazioni governate dalla IA per la tecnologia della comunicazione, a esempio su modelli di smartphone consentono, fra l’altro, di togliere e mettere a piacimento nelle fotografie persone e cose immutando la realtà (precedentemente registrata) con difforme e artefatta apparenza.

Avanzando la civiltà, si invertono le proporzioni: prima tanti vs un idiota e ora una, la IA (chi la governa) vs tanti idioti.

Il procuratore, credo di Termini Imerese, si è doluto che la legge (riforma Cartabia) impedisca ai magistrati inquirenti di parlare con i giornalisti e quindi così ha motivato l’assenza di propri specifici interventi sui media. A parte precedenti esperienze mediatico-giudiziarie da dimenticare, nella ridda di pareri e interventi pubblici e privati che continuano ad accompagnare la tragedia nautica di Porticello la mancanza di interviste rilasciate dai magistrati è indice di serietà istituzionale, non di conculcata libertà di espressione.

In attesa si capisce che parlino, essi magistrati, per il tramite degli atti di loro competenza.

E ora che molteplici esperti hanno proposto molteplici interpretazioni sarebbe il colmo se emergesse che il naviglio è affondato perché c’erano vie d’acqua rimaste aperte.

A proposito poi del cicaleccio mediatico circa la presenza o meno di informazioni sullo stato meteorologico [la Guardia Costiera di Palermo sembra confermare che, notte del 19 agosto, non ci fossero “al di là di eventi estremi” avvisi di burrasca (Corsera on line, 26 agosto)] è esemplare, e magari fosse copiata, la sobria opinione dei pescatori del posto fondata su conoscenza (o sapienza?) a-tecnologica che ha accompagnato la loro sopravvivenza nei secoli: “Non ci saranno stati avvisi, ma a mezzanotte già si capiva che stava arrivando qualcosa di brutto. Era tutto un lampeggiare, tant’è che nessuno di noi è uscito in mare”.

Lasiciliaweb (24 08 2024): “La guardia costiera sta conducendo un’attività di monitoraggio ambientale sul luogo dell’affondamento, per scongiurare eventuali fuoriuscite di idrocarburi provenienti dallo scafo. Le operazioni sono eseguite con l’impiego di mezzi navali e con prelievi di campioni […] per l’analisi ed il monitoraggio qualitativo delle acque, in collaborazione con il personale dell’Arpa Sicilia. Al momento non si registrano perdite dai serbatoi e non risultano tracce di inquinamento da idrocarburi”. Non è chiaro, oltre al monitoraggio in corso, quali sarebbero le azioni idonee a scongiurare lo sversamento se i serbatoi cominciassero a perdere.

Intervista a Oliviero Toscani, gravemente ammalato (Corsera 28 08 2024):

Vengo da una generazione, quella di Bob Dylan, dove eravamo forever young, il pensiero di invecchiare proprio non c’era. Sotto questo profilo, la tendenza non è per nulla cambiata.

E a proposito di J. Sinner (dedicabile forse anche a coloro che sono interessati ai tratti somatici della maggioranza degli Italiani, ndr): […] Devi fermare quell’attimo lì negli occhi, esprime onestà e capacità. Sinner non è italiano. L’italianità è […], imbrogliona, mafiosa. […] Quando penso alla nostra reputazione storica…siamo ricordati perché eravamo fascisti…noi siamo inaffidabili come Alberto Sordi.

Il padre padrone di Telegram, allo stato in custodia della polizia francese, ha ricevuto molteplici attestazioni di solidarietà worldwide: non ultima, per autorevolezza e peso specifico, dall’Iran ove Telegram è stata posta fuori legge.

LMPD

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