A proposito del gioco d’azzardo e della sua (ambigua) attrazione, ricordo la saggezza pratica di mio padre quando divenni maggiorenne.
Un pomeriggio verso sera, eravamo in vacanza, mi invitò ad andare con lui. Ce ne andammo accompagnati dallo stupore di mia madre e di mio fratello minore e mi condusse ad un noto Casinò nel quale entrammo e mi fece senza fretta girare per le sale.
Ricordo ancora adesso, dopo tanto tempo, la sensazione sgradevole che ne trassi: le espressioni dei giocatori, la loro solitudine, la loro tensione, l’aria avvizzita dal fumo nonostante le grandi finestre aperte sull’estate dietro le tende, i