DE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Il conte Max di Giorgio Bianchi (1957)
Alberto Boccetti (Alberto Sordi), giornalaio con una edicola in via Veneto a Roma, è attratto dallo sfavillante mondo che si vede passare ogni giorno davanti, sognando da sempre di entrare a far parte della ricca nobiltà romana, ma purtroppo la sua realtà è molto diversa.
Il giornalaio, nipote di un tranviere, cerca di alimentare la sua fantasia fantasticando sulle avventure e i viaggi dei grandi aristocratici ma, non avendo i mezzi economici, studia come diventare nobile grazie agli insegnamenti del conte Max Orsini Varaldo (Vittorio De Sica), un nobile decaduto e squattrinato, figura alquanto ambigua e doppiogiochista che fornisce consigli ad Alberto in cambio della fornitura gratuita dei giornali.
Gli zii di Alberto cercano in tutti i modi di mantenere il nipote con i piedi per terra.
Lo zio Giovanni e la zia (interpretata da Tina Pica), in occasione delle feste natalizie, decidono di regalare ad Alberto 25 mila lire che l’edicolante dovrebbe usare per raggiungere alcuni parenti a Capracotta, in Molise.
Alberto, al contrario, su pressante consiglio del conte Orsini Varaldo che vuole “sgrezzarlo” decide di cambiare piano e si reca invece a Cortina dove, per una serie di equivoci legati allo smarrimento di una valigia, si troverà costretto a fingere di essere il vero conte Max Orsini Varaldo.
In questa occasione l’edicolante fa la conoscenza di Elena, una baronessa romana molto bella e affascinante che lo invita ad unirsi al suo gruppo di amici nobili e ricchi.
Nel gruppo Alberto conosce anche Lauretta, la cameriera umiliata e maltrattata dai nobili, per cui si troverà così diviso tra la realtà e la finzione.
La baronessa Elena invita Alberto in Spagna, nella tenuta dei tori di Don Juan de Figueroa a Siviglia e, in terra iberica, dopo una serie di vicissitudini ed equivoci, il giornalaio lascerà un debito a un fiorista (25 mila lire per un mazzo di rose rosse) e verrà rimpatriato a Roma dal consolato italiano e, solamente a quel punto, il giornalaio capirà che quell’ambiente superficiale non fa per lui.
Alla fine, il giornalaio preferirà tornare a vestire i panni dell’umile edicolante, dopo aver osservato l’atteggiamento altezzoso e poco rispettoso dei nobili nei confronti della povera Lauretta la quale, avendo in qualche modo scoperto la vera identità di Alberto, diventerà la sua fidanzata.
Il conte Max è una pellicola del genere commedia, girata nel 1957 e diretta da Giorgio Bianchi con la sceneggiatura scritta dallo stesso regista, insieme ad Alberto Sordi ed Ettore Scola e con l’interpretazione di alcuni dei più grandi nomi del cinema italiano come Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Jacinto San Emeterio, Susanna Canales, Diletta D’Andrea (moglie di Vittorio Gassman, recentemente scomparsa), Mino Doro e Tina Pica.
Il conte Max, film in bianco e nero, nella versione interpretata da Alberto Sordi e Vittorio De Sica, rappresenta un remake di una pellicola del 1937 intitolata “Il signor Max”, diretta da Mario Camerini in cui De Sica interpretava il ruolo del giornalaio Alberto.
Il conte Max è uno dei film più riusciti della filmografia di Alberto Sordi, la cui interpretazione fu molto apprezzata da pubblico e critica. Nella trama del film vengono descritte le regole del gioco del bridge (memorabile la scena della partita di bridge a bordo del treno), di cui Vittorio De Sica era molto appassionato, oltre che grande giocatore d’azzardo nei Casinò di tutta Europa.
Questo film guarda con intelligenza e ironia alla parodia dei modi affettati dell’aristocrazia, soprattutto italiana (a partire dal 1948 fu tolto costituzionalmente valore legale ai titoli nobiliari).
La pellicola riuscì a incassare oltre 410 milioni di lire, un ottimo risultato per gli standard dell’epoca.
Antonio Grossi