HomeDe Litteris Et ArtibusDE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – L’audace colpo dei soliti ignoti, di Nanny Loy (1959)

DE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – L’audace colpo dei soliti ignoti, di Nanny Loy (1959)

L’audace colpo dei soliti ignoti, di Nanny Loy (1959)

Peppe er pantera (Vittorio Gassman), il capo di un gruppetto di ladruncoli romani, viene avvicinato da un “collega” milanese, Virgilio il milanese (Riccardo Garrone) che gli propone di partecipare a un grosso colpo consistente nell’assalire il furgone che ogni domenica porta in banca le somme delle giocate incassate dal Totocalcio.

Peppe accetta e riunisce i suoi vecchi amici: Mario, Ferribotte e Capannelle, ai quali si unisce Piede amaro (Nino Manfredi), un bravo meccanico.

Peppe dovrà formare la squadra di “esperti” criminali e il milanese fornirà i mezzi e le sue capacità organizzative che includono anche la classica “pupa” svampita, Floriana, che con la sua seduzione ha convinto un ragioniere del Totocalcio a partecipare come complice alla rapina.

La banda si sposta così a Milano, sfruttando l’alibi della partita Milan-Roma, ma, una volta arrivati nel capoluogo lombardo, il milanese ideatore del colpo viene arrestato, così i cinque uomini si ritrovano soli e con la conseguenza che l’azione non si svolge secondo le previsioni.

Il piano consiste nel provocare un incidente d’auto alla fine di una galleria sotto un cavalcavia ferroviario a Milano, dove Piede amaro su un camion è incaricato di bloccare contromano l’auto che trasporta l’incasso del Totocalcio.

Il colpo però non va interamente secondo il piano poiché Peppe, che è anche lui sul camion, durante la manovra sfonda il parabrezza con la testa, impreca in romanesco davanti al guidatore della macchina del Totocalcio e, dolorante, scappa a piedi; Ferribotte, che avrebbe dovuto prendere Peppe, carica invece il ragioniere il quale, impaurito, vuole andare al commissariato; Mario si trascina con Capannelle sulla macchina di Piede amaro che insegue l’auto di Ferribotte.

La banda, una volta rubati gli 80 milioni del Totocalcio, si dà alla fuga, non prima però che Ferribotte abbia dato una botta in testa al ragioniere poiché questi supplica di ferirlo per procurargli in questo modo un alibi come vittima (cosa riuscita perché la stampa lo dipingerà come un eroe che ha cercato di opporsi alla rapina).

Il piano originario prevedeva che una volta rubati i soldi, la banda avrebbe poi dovuto dividersi in due macchine, per riunirsi poco lontano e dirigersi poi con una auto truccata (pellicola di vernice per cambiare il colore della carrozzeria e targa intercambiabile) a Bologna al fine di raggiungere il treno dei tifosi diretto alla capitale, tutto questo in un’ora e cinquanta.
Invece Peppe ferito nell’incidente a seguito del tamponamento del furgone blindato, si rifugia dalla sua amica Floriana e successivamente raggiunge i quattro amici a Roma, dove decidono di depositare la valigia con i milioni nel deposito bagagli della stazione.

La notizia del furto ha messo in moto la polizia romana che interroga, tra gli altri, gli autori della rapina, i quali però riescono a cavarsela.

In seguito a varie circostanze, lo scontrino per il ritiro della valigia capita in mano a Capannelle il quale, eternamente affamato, non sa resistere alla tentazione di ritirare la valigia per potersi pagare un sostanzioso pranzo.

Il pasto troppo succulento porta Capannelle all’ospedale insieme al pacco dei milioni e quando gli amici lo scoprono, corrono all’ospedale per recuperare la valigia, ma nessuno vuole prendersi la responsabilità di custodirla fino a che Piede amaro decide di abbandonarla in un giardino e con una telefonata anonima avverte la polizia per andare a recuperarla.
Ma all’ultimo momento i “soliti ignoti” ci ripensano e corrono a riprendersela e si affannano però invano nel tentare di aprirla sul posto e quando sentono le sirene della polizia scappano a gambe levate, rimanendo così definitivamente a bocca asciutta.

A un anno dal successo dei “I soliti ignoti” (1958), Nanny Loy ripropone la vincente formula della scalcinata banda di ladruncoli e pur dovendo confrontarsi con la grandezza della prima pellicola, si ritrova tuttavia con una propria originalità per un film che non è soltanto una commedia, ma un riuscito affresco neorealista sulla Roma di fine anni Cinquanta.

Loy segue gli insegnamenti di Monicelli, riprende i vecchi personaggi anche se in questo film mancano all’appello Totò e Marcello Mastroianni. In compenso abbiamo un ottimo Nino Manfredi nei panni di Piede Amaro, il mago del motore e una attrice appena sedicenne Vicky Ludovisi (Vittoria Ludovisi), quasi esordiente nel ruolo della ballerina sexy Floriana, la quale compare in alcune sequenze a rischio taglio per la solerte censura del tempo e anche perché si concede a qualche strip oltre a prendere il sole seminuda in terrazza e parlare con la zeppola.
Vicky Ludovisi ha un ruolo centrale nell’economia del film, essendo anche l’amante del ragioniere del Totocalcio che prepara la banda alla rapina e insegna il milanese a uno studente svogliato come Gassman.

Due curiosità: nella scena della fuga in macchina dopo la rapina dell’incasso del Totocalcio i nostri eroi quasi investono un signore che attraversa la strada leggendo distrattamente il giornale: quella comparsa è lo stesso regista del film, Nanny Loy che imita Alfred Hitchcock, noto per le sue brevi apparizioni come comparsa nei film da lui diretti e il libraio che cerca di educare il figlio di Piede amaro è il giovane attore Gastone Moschin.

Antonio Grossi

Print Friendly, PDF & Email