DE LITTERIS ET ARTIBUS – Luce e(‵) Materia – Le fotografie di Enzo Sellerio a Milano

Enzo Sellerio. Piccola antologia siciliana
In mostra a Milano fino al 13 aprile 2025
Milano, Gallerie d’Italia, Sala delle colonne.
Bisogna proprio saperlo che qui, fino al 13 aprile 2025 è custodito un piccolo tesoro narrativo.
85 scatti in bianco e nero, realizzati da Enzo Sellerio e selezionati con cura da Monica Maffioli e Roberta Valtorta in collaborazione con l’archivio Sellerio, aprono una pagina antologica sullo sguardo del grande fotografo-editore siciliano, a 100 anni dalla sua nascita (1924-2012).
Lo sguardo attento e sofisticato di Sellerio ci conduce ad attraversare la Sicilia del dopoguerra. Le sue immagini sincere partono dall’intento documentaristico del neorealismo e si arricchiscono di quel giusto tono poetico – a tratti (auto)ironico – che è proprio di certi autori siciliani.
L’opera del maestro entra naturalmente in rapporto dialogico con quella letteraria di Sciascia, Bufalino, Tomasi di Lampedusa, e con la fotografia di Scianna, Leone e Minnella.
In continuità con loro, traccia un ritratto della sua terra, soggetto riconoscibile di questa fotografia che racconta della Sicilia di quegli anni attraverso dettagli e frammenti di vita dell’epoca. L’interazione tra uomo e ambiente è aspra e dolcissima al tempo stesso, non c’è quasi distinzione tra realtà urbana e natura. L’uomo ne fa comunque parte, come in una sinfonia spontanea e lontana da idealizzazioni, nel pieno solco del neorealismo.
- E. Sellerio, Leonforte, 1955, Stampa a getto d’inchiostro
- E. Sellerio, Palermo. Il Palazzo di Giustizia in costruzione, 1955, Stampa a getto d’inchiostro
- E. Sellerio, Altopiano di Ragusa, 1967, Stampa ai Sali d’argento
- E. Sellerio, Morgantina. Il guardiano degli scavi archeologici, 1960, Stampa ai Sali d’argento
L’urgenza di documentare le profonde trasformazioni che avvenivano in Sicilia in quegli anni fa riflettere sulle molte stratificazioni sociali e sui reiterati intrecci culturali che hanno contribuito a forgiare il carattere di questa isola, straordinariamente collocata al centro del Mediterraneo e perciò teatro di innumerevoli vicende.
È così che alcuni soggetti siciliani ritratti da Sellerio divengono portatori di valori universali, capaci di trascendere tempo e spazio. Succede ad esempio con Partinico (1954), che immortala una donna mentre sorregge un neonato visibilmente denutrito. L’immagine richiama, per significato e potenza espressiva, la celebre Migrant Mother di Dorothea Lange, realizzata in California in un piovoso pomeriggio di marzo del 1936. Scattate a distanza di quasi un ventennio e qualche chilometro di distanza, entrambe le fotografie evocano il dolore, la determinazione e l’istinto di sopravvivenza di queste madri, che, come moderne Madonne, si fanno fiere testimoni di epoche difficili e incarnano un amore pieno, assoluto e incondizionato.
- Sellerio, Partinico, 1954, Stampa ai sali d’argento
- D. Lange, Migrant Mother, 1936, Stampa ai sali d’argento. Fonte: Moma.org
Insieme al suo obiettivo Sellerio muove lo sguardo dell’osservatore contemporaneo. Lo guida attraverso le sue inquadrature intelligenti, capaci di trasformare scene di vita quotidiana in composizioni piacevoli all’occhio e stimolanti per l’intelletto – l’eco del tableau vivant è dietro l’angolo, ma guai a sospettarlo.
L’alternanza tra vuoti e pieni reifica due concetti fondamentali della fotografia: il tempo e l’attesa. In questo gioco di equilibri, due ritratti femminili apparentemente opposti entrano in dialogo. Due donne accomunate, in fondo, dallo stesso desiderio di esplorare l’altro da sé. Così, un semplice gesto di curiosità quotidiana assume sfumature diverse a distanza di sette anni: affacciarsi alla finestra o sporgersi dal balcone è – in certa misura – aprirsi al mondo.
- E. Sellerio, Vizzini, 1955, Stampa ai sali d’argento
- E. Sellerio, Linguaglossa, 1962, Stampa ai sali d’argento
C’è un certo senso di felicità nostalgica che avvolge queste immagini, come un’aura inafferrabile eppure esistita. La sintesi valoriale di un’epoca che, oggi, sembra a noi il racconto di un nonno particolarmente fantasioso.
Sono queste immagini da approcciare con umiltà e rispetto, per la loro profonda connessione con la natura di luoghi che continuano a preservare il carattere aspro e gentile di chi prova sempre a trovare il sorriso della vita tra le difficoltà.
Sono frammenti di un archivio visivo della memoria siciliana, ma anche un punto di riferimento nel panorama della fotografia italiana del Novecento.
Insomma, un viaggio dal cuore di Milano all’anima di un’isola.
Vale la pena l’incontro.
- E. Sellerio, Tappeto, 1954, Stampa ai sali d’argento
- Enzo Sellerio. Piccola Antologia Siciliana, Sala delle Colonne, Gallerie d’Italia, Milano
- E. Sellerio, Palermo. Mercato della Vucciria. Incontro tra gentiluomini che fanno la spesa, 1960, Stampa ai sali d’argento
Giulia Buscemi