Schegge di Saggezza
Ne è autore il marchese Piero Bargagli (da Siena) che fu, fra l’altro, scrittore, pittore ed esperto d’arte oltre che amico e compagno di Marcello Comel.
Sono una serie di piccolissimi libretti di poche pagine ciascuno, schegge appunto, stampati nel periodo 1981-1982 da C. Cursi, Pisa, che la Fondazione offre ai suoi lettori come un (poco ricorrente nella prassi) esempio di visione libera della vita unita, ovviamente nell’autonomia e responsabilità delle proprie idee, a intelligenza e umorismo, a provocazione e ammiccamento, nel quadro di un gioco non sempre a carte (palesemente?) scoperte.
A volte sul filo sottile della filosofia di Diogene prima che l’originale suo pensiero fosse degradato dai posteri (invidi?) ad assumere il significato poco positivo che è noto e a volte in compagnia di un altro senese, ma ducentesco, come Cecco Angiolieri di cui molti ricorderanno l’originale biglietto da visita:
S’i’ fosse foco, arderei’l mondo;/s’i’ fosse vento, tempestarei;/s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;/s’i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo;/(…)/S’i’ fosse Cecco, com’ i’sono e fui,/torrei le donne giovani e leggiadre:/le zoppe e vecchie lasserei altrui.
A questa piccola raccolta fu assegnata come prologo, dall’autore, una nota con alcune considerazioni di Giuseppe Prezzolini, a sua volta di genitori senesi (La bruschetta, in “Gazzetta Ticinese” del 31 maggio 1980), che sono di seguito riportate e che ne costituiscono proprio il primo librino [1) Schegge di saggezza].
(…) non fui sorpreso di leggere due poesie di Piero Bargagli senese-luganese; perché da tempo intendevo scrivere qualche riga su questa singolare figura, che per amore di donna s’è trasferito nella città dove io sono venuto per desiderio di tranquillità. Forse per questo lui scrive versi, io soltanto prosa.
Sebbene preceduto nel mio intento di rivelarlo come nuovo, ma non più giovane poeta, e scrittore senza età che gli possa essere attribuita, sono in possesso di una sua curiosa pubblicazione ora in versi ed ora in prosa che consiste in librettini, forse tra i più piccoli dell’editoria italiana, e certamente fra i più spiritosi, mordenti, formicolanti di pruriti satirici e di cocenti paradossi. Questi libriccioli hanno le dimensioni di un francobollo di tre e mezzo per due e mezzo centimetri. Non sono illustrati. Sono stampati con abbondanza di pagine bianche e contengono minimi pensieri, poesiole, aforismi.
Tutto quello che tende al semplice, al magro, al sostanzioso ed al concreto, tutto quello che abolisce svolazzi, introiti, commenti, appendici mi è simpatico. Una delle malattie di tutta la letteratura italiana dai Siciliani a D’Annunzio fu la sovrabbondanza e lo spreco di parole, e specialmente di aggettivi. I nostri poeti, pochi esclusi, furono sovrabbondanti, ed io reagii fin da scolaro con risa, beffe, caricature e contraffazioni. Quando il Bargagli mi regalò questi suoi preziosi minuscoli prodotti, ora in versi ora in prosa, ma sempre di proporzioni da biblioteca delle formiche lo riconobbi come un compagno e spero d’essere ricambiato (…).
Le Schegge sono ora trascritte secondo l’ordine indicato nell’Indice.
2) DEL DECORO
Indecorosamen / te nati / crescere è / inevitabile / studiare / decoroso / innamorarsi / indecoroso / sposarsi / ineluttabile.
Essere normali / ovvio / essere pederasti / ecologico / essere lesbiche / vezzoso / fare l’amore / gradevole / figliare / indecoroso.
Lavorare / decoroso / lavorare molto / disgustoso / avere successo / decoroso / ostentarlo / indecoroso / essere glabri / decoroso / ostendere i peli/indecoroso.
Fare politica decoroso / Fare i politici / Indecoroso / Essere anarchici / decoroso / essere liberali / ingenuo / essere socialisti / disdicevole.
Essere / Malinconici / sgradevole / suicidarsi da / giovani / indecoroso / suicidarsi da / vecchi decoroso / morire da / coraggiosi / dignitoso / morire da vili / umano.
(Finito di stampare il 29 giugno 1981)
3) DELLA BUONA SALUTE
La buona salute non è tanto importante perché tiene lontana la malattia, ma perché tiene lontano il medico. Ricorda che le malattie sono otto o nove: gli altri sono disturbi; per le prime chiama il medico, che ti offra la speranza. I secondi l’organismo fino a 65 anni tende a guarirli da sé, da 65 a 85 a cronicizzarli, dopo 85 anni a lasciarli morire. Curali a casa finché puoi. Ricorda che anche i rimedi sono otto o nove; tutti gli altri sono nella migliore delle ipotesi palliativi. Comunque accetta fiducioso il placebo. Le cose che fanno peggio cominciano per S. Nell’ordine, le sigarette, gli stress, lo sport, il sale; quando si esagera, naturalmente. Agli uomini fa male anche un’altra S. Alle donne meno. Se per ogni vedovo ci sono parecchie vedove, non è colpa della vita più dura. E’ merito delle mestruazioni. Abbi fiducia nella chirurgia; l’eliminazione o la riparazione di un pezzo sono validi anche in meccanica. Ricorda che il chirurgo lavora vedendo, il medico immaginando. Abbi anche fiducia nelle analisi e nelle radiografie, ma falle leggere sempre a più d’uno. E anche le diagnosi falle controllare a più d’uno. Prima della cura, naturalmente. Dopo può essere tardi. Il medico che ti ordina un farmaco è come il muratore che monta sul tetto: aggiusta un tegolo e ne rompe due. Spesso mentre arriva sa già che cosa ti ordinerà. Quando inghiotti un farmaco non dimenticare che l’industria che lo ha prodotto non pensava a te, ma al proprio fatturato. E leggi subito le controindicazioni. Chi te lo ha ordinato difficilmente le ricordava. E la buona salute allora? Il segreto è semplice: basta scegliersi dei genitori sani e longevi.
(Finito di stampare il 29 giugno 1981)
4) DE L’INSONNIA E LA STITICHEZZA
L’insonnia e la stitichezza sono strette parenti; l’una e l’altra sono conseguenze del vizio principale dell’uomo: l’impazienza (che è poi impazienza di morire). E la miglior cura è la pazienza. Aspettate tranquillamente di addormentarvi sdraiati nel letto: il sonno verrà. Aspettate serenamente di liberarvi seduti sul cesso: qualcosa verrà. Insonnia e stitichezza sono anche ottime amiche della cultura. L’attesa va confortata da buoni libri, con notevole vantaggio mentale.
Gli impazienti le curano con sonniferi e lassativi che non fanno cha aggravare il male. Oltretutto, essendo gli uni e gli altri veleni, i sonniferi danno stitichezza e i lassativi insonnia. Se si guarda l’insonnia con ottimismo, si può arrivare invece che a soffrire d’insonnia a godere d’insonnia. Durante ore fattive o fantasticanti. L’ottimismo sulla stitichezza è più difficile. Ma se si riesce ad apprezzare il clistere (delizia dei nostri avi), si possono avere anche momenti di discreto piacere. In fondo il dormire è una servitù che accorcia la vita, l’evacuazione una operazione mortificante. Non è dunque tutto in perdita il ridurli. Ricordate sempre che salvo casi rarissimi di alta patologia, né il sonno né la cacca rinunzieranno alla fine ad arrivare. E rifuggite dai farmaci, nemici anche della borsa.
(Finito di stampare il 29 giugno 1981)
5) MEMORANDUM PER IL SUPERSTIZIOSO
La superstizione è una delle poche cose nelle quali sia ragionevole credere: infatti deriva dall’osservazione di fenomeni che vanno ripetendosi nel tempo fino a creare una costanza di tradizione. I naturali nemici della superstizione sono sempre stati la religione e la scienza. E si capisce perché: ogni venti secoli qualche religione finisce; ogni venti anni le scienze mutano. Solo la superstizione è là, immutabile, dalla notte dei tempi.
Ma scusatemi se non posso dirvi altro a proposito di superstizione; sono superstizioso e ho paura che mi porterebbe male. Quindi vi dico solo: attenzione agli jettatori, alle streghe, ai gatti neri, al sale e all’olio versati, alla rottura degli specchi, a passar sotto alle scale, alle pecore a sinistra, al carro funebre vuoto, al venerdì, al 13, al 17, alla luna attraverso il vetro, al cappello sul letto, al canto della civetta, all’opale, all’agata, alle comete, al color viola, alle spille e ai fazzoletti regalati, alle vipere, agli scorpioni, e chi più ne sa, più stia attento.
Ma anche se sta attento non dimentichi di adornarsi di amuleti e di talismani, visto che tra l’altro ve ne sono di graziosissimi.
Un buon ciondoletto con il tredici, un corno di corallo, un elefantino con la proboscide all’insù, un quadrifoglio, un pelo di tasso, un gobbetto d’oro o meglio vero, un nastro rosso, uno scarabeo, una zampetta di coniglio siano sempre a portata di mano per difendervi; e meglio ancora la compagnia di una vergine. E toccate, toccate: talismani, amuleti, chiavi, legno, palle, sederi.
Porta sempre bene. Anche se doveste prendere un manrovescio. Porta bene anche quello. Porta invece male la ceffata a mano aperta. Ai tempi dell’onore poteva anche portare alla morte (in duello).
(Finito di stampare il 29 giugno 1981)
6) DELLA LETTERATURA MURALE
A tutti i / bastardi / che scrivono sui / muri / di politica o di / calcio / di galera o di / ribellione, / Juventus troia / Giovannino libero / Zaccanguer / possa Dio / all’improvviso / vendicando i / marmi delle / chiese / gli intonaci dei / palazzi / trasformare in / veleno la / vernice / in vipera il / pennello, / dannarli tra gli / spasimi / per avere / lordato ciò che / è bello.
Ma uno vorrei / che salvasse fra / mille: / chi ha scritto in / via Trieste / Irene, / la topa ti fa / scintille.
(Finito di stampare il 29 giugno 1981)