APOCRIFA – Un piccolo buco nero
La prima immagine di un buco nero, una delle previsioni di Einstein su cui per anni parte della scienza espresse dubbi esistenziali, frutto di un esteso e costoso progetto di ricerca a livello internazionale, ha riportato alla (distratta) attenzione degli abitanti della Terra una realtà, nella quale siamo immersi, costituita da numeri e misure (grandezze, distanze, velocità) praticamente inimmaginabili se non per quei pochi privilegiati che sono scientificamente e razionalmente attrezzati a contestualizzarle nella realtà che ci circonda.
Qualcuno (non astrofisico) sa scrivere in notazione decimale (non esponenziale) per esteso (su di un muro) il contenuto di 55 milioni di anni luce? La quale realtà essendo infinita tende, per definizione, come in qualche modo a circoscrivere e a schiacciare verso il piccolo quelle enormi quantità che noi, noi per nulla, nel linguaggio corrente qualifichiamo poeticamente come siderali.
Appunto.
E fa capolino una (banale) riflessione che potrebbe indurre a meditare, quantomeno noi abitanti della Terra, sulla non mai abbastanza compresa (se non a parole) separatezza dei poteri.
Poiché nulla, o ben poco, sfugge alla logica (banale, ma perversa) del conflitto dei poteri terreni.
Nonostante il noto fino alla celebrità insegnamento di Gesù riportato dai Sinottici, Date le cose di Cesare a Cesare e quelle di Dio a Dio, di apparente disarmante semplicità, ma come tanti altri consimili insegnamenti semplici invero duri da applicare nella realtà, che oltre ad essere un preciso indirizzo teologico lo è anche, e modernissimamente, sul piano filosofico, i poteri della terra non apprezzano né aspirano alla separatezza e al reciproco rispetto, sibbene alla volontà di prevalenza.
Così è capitato lungo il corso dei secoli per i difficili quando non drammatici rapporti fra religione e scienza e viceversa i cui contrasti hanno avuto l’effetto di coinvolgere (colposamente o dolosamente, caso per caso) Dio nelle diatribe terrene.
L’errore più eclatante e maggiormente dannoso è stato (e in molte situazioni continua ad essere) confondere Dio con il potere temporale ecclesiastico, Dio con i preti.
Un errore (anche) di prospettiva che non solo contrasta con l’accennato principio di separatezza evangelico, ma anche con la teologia riferita da Giovanni nel dialogo con la Samaritana ove il tempio (e il suo potere) è evidentemente e chiaramente pretermesso a favore dello spirito e verità.
Così, da un lato, il potere ecclesiastico ha sostenuto tenacemente nel tempo contro la scienza interpretazioni bibliche letterali che ora fanno perfino impressione, ma che sono stati baluardi di polemiche senza pari e, dall’altro, il potere della scienza si è arroccato nella ideologica negazione di Dio, che è chiaramente al di fuori di qualsiasi ambito di strumentalizzazione terrena, come conseguenza naturale, sebbene erronea, del contrasto dottrinale.
Il prevalere delle spinte e motivazioni ideologiche debilita sul nascere il rispetto reciproco ed esalta lo spirito di rivalità destinato peraltro a rimanere tale e a essere in ogni caso poco fruttuoso.
Questo buco nero (finalmente dopo così tanto ingegno profuso e così tanta fatica) individuato lontanissimo nello spazio, al punto da non riuscire neanche a immaginarlo, è invero, in rapporto all’infinito, nemmeno qualificabile più di tanto (qualcuno potrebbe sostenere che sia vicinissimo), ma potrebbe utilmente ricordare a qualcuno il paradosso (forse anche apparente) di questo piccolissimo pianeta, la Terra, in viaggio in un universo senza confini e pur tuttavia in espansione ove lo spirito umano riesce a elevarsi nella conoscenza (qualcuno ricorda, forse, il concetto della somiglianza e immagine divina: qualunque cosa queste parole intendano significare perché ben più sovente, purtroppo, l’uomo di terra palesa somiglianza con l’anti-Dio) fino ad altezze incredibili, ma pur sempre nell’infinito.
LMPD