L’APPROFONDIMENTO – Anarcha
Abbiamo già avuto occasione di parlare di eponimi controversi in Medicina. Esistono però eponimi che non esito a definire dolorosi: un esempio significativo è rappresentato dal medico statunitense dell’ottocento che ha dato il suo nome allo speculum di Sims e alla posizione di Sims.
James Marion Sims (1813-1883) viene celebrato negli USA come “padre della ginecologia moderna” per aver sviluppato un’efficace tecnica chirurgica capace di correggere la fistola vescicovaginale, una complicanza gravissima del parto che determina la comparsa di una comunicazione tra la vescica e la vagina, con conseguente incontinenza urinaria costante e incontrollabile accompagnata da forti dolori legati al danno infiammatorio cronico della vagina.
Va detto che Sims perfezionò questa tecnica nel periodo tra il 1845 e il 1849, operando senza anestesia donne ridotte in schiavitù nelle piantagioni dell’Alabama. In particolare, una giovane schiava di nome Anarcha subì oltre 30 interventi prima della riparazione chirurgica delle fistole (ma non ci sono giunti dettagli sul risultato in termini di qualità di vita ottenuto dopo questo vero e proprio calvario).
Gli apologeti di Sims sottolineano che per le donne in schiavitù la sintomatologia clinica era talmente insopportabile che qualsiasi intervento era comunque meglio di niente e che l’uso dell’etere per l’anestesia non fu segnalato prima del 16 ottobre 1846.
Chi sostiene un diverso punto di vista sottolinea che le donne nere in schiavitù, per le loro inumane condizioni di vita, erano a più alto rischio di sviluppare complicanze da parto, che l’interesse dei padroni alla loro guarigione era legato al loro valore di schiave (produce and reproduce), che l’anestesia nei neri era considerata superflua in considerazione di una loro ritenuta superiore tolleranza agli stimoli dolorosi e che Sims, dopo gli anni di sperimentazione in Alabama, si traferì al nord degli Stati Uniti dove utilizzò la sua tecnica chirurgica su donne bianche consenzienti, operate in anestesia.
Sia i condannatori sia gli apologeti forse commettono l’errore di voler fare un anacronistico processo a Sims, uomo del suo tempo: credo che oggi non serva a nessuno sapere retrospettivamente se Sims è da assolvere o da condannare.
Ma se può essere giusto non condannare Sims – appunto perché uomo del suo tempo – dobbiamo condannare con forza quelli che all’epoca erano atteggiamenti largamente condivisi: razzismo, disprezzo per le donne, accettazione della schiavitù.
Oggi non esiste più l’autore della condotta oggetto di controversia, ma esiste ancora la parte lesa, ovvero le donne, le minoranze razziali, i pazienti vulnerabili.
Non per punire Sims, ma per tutelare in modo migliore la parte ancor oggi lesa, la mia proposta è quella di cambiare gli eponimi in “speculum di Anarcha” e “posizione di Anarcha”, nella convinzione che è preferibile che l’eponimo sia un frammento problematico di memoria piuttosto che un tributo acritico a un chirurgo del passato.
Cambiare l’eponimo è anche un invito a ripensare come la Medicina contemporanea continua a volte a guardare le donne e i neri, invito non inutile se dobbiamo ancora leggere articoli scientifici come questo.
Davide Caramella