L’APPROFONDIMENTO – Il cinema ritrovato
Il cinema è, fra le forme artistiche cui si rivolge la fantasia e l’intelligenza dell’uomo, la più recente (fine ‘800) altresì denominata ‘settima arte’: basandosi sul movimento riprodotto concreta una forma di narrativa normalmente di approccio più agevole o meno complesso rispetto alla lettura, ma in grado di ‘parlare’ ancor più direttamente allo spettatore (lettore).
Come ogni altra può rivelarsi assolutamente inutile oppure elevarsi a offrire esperienze e sensazioni di valore che, in virtù del mezzo tecnico costituito dal film, possono agevolmente essere riproposte nel tempo.
Ecco quindi, con il titolo de ‘Il Cinema ritrovato’, alcune pennellate sulla scuola francese (storicamente sorta con gli inventori Lumière) a cura di un cinèfilo che la conosce sia nella cultura generale sia nei suoi protagonisti.
IL CINEMA RITROVATO
L’ argent de poche (Gli anni in tasca), di Francois Truffaut (1976).
Piccoli episodi di vita quotidiana in una cittadina della provincia francese: protagonisti alunni di scuola Media colti nei loro piccoli e grandi problemi e drammi, le gioie e i primi ardori della loro giovane esistenza che si approccia alla vita.
Un Truffaut tenero, nostalgico, divertente e riflessivo immortala questo periodo di vita meraviglioso.
La sequenza emblematica: il bambino cade dal terrazzo e, nonostante l’altezza, cadendo sorride.
Si esplica così il concetto di immortalità e purezza infantile dove la salvezza sta appunto negli anni in tasca ovvero nella possibilità di avere sempre con sé il potere dell’innocenza.
Ancora una volta il nostro caro Francois ci ammalia, stupisce, coinvolge.
Ancora una volta occupa e percuote il nostro cuore.
Trois couleurs : Rouge (Tre colori: Film rosso), di Krzysztof Kieslowski (1994).
Film rosso è il capitolo che chiude la trilogia dei colori della bandiera e del motto nazionale francese: Film Blue “libertè” – Film Blanc “egalitè” – Film Rouge “fraternitè”.
Kieslowski qui ci propone una storia fragile e delicata sull’amore, sulla vicinanza e la distanza, sul rapporto con l’altro.
La protagonista Valentine, giovane modella, conosce casualmente un vecchio giudice in pensione, chiuso nella solitudine, che spia i vicini intercettandone le telefonate, ma dopo qualche esitazione lo asseconda e così anche lei entra furtivamente nella vita di una coppia spiata scoprendone piccoli segreti, meschinità, debolezze, bugie.
Nel film, la fraternitè è simboleggiata dalla sequenza (ripetuta) dell’anziana signora che regolarmente fatica a depositare i rifiuti nel cassonetto in cui però, a differenza delle altre volte descritte nelle scene precedenti, la protagonista, mai prima intervenuta, finalmente la aiuta tenendo fede al tema del racconto.
Kieslowski ci dona un altro piccolo capolavoro in cui fa emergere le incertezze, le piccole bassezze, gli slanci di umanità dei suoi protagonisti che infine sono ognuno di noi.
(continua)
Antonello Nessi