HomeDialogandoL’EDITORIALE – Mangiare poco, vivere meglio (senza rinunciare al brodo)

L’EDITORIALE – Mangiare poco, vivere meglio (senza rinunciare al brodo)

Con l’approssimarsi della fine dell’anno e, al contempo, dei season’s greetings –gli inclusivi auguri di chi preferisce lasciare il Natale in mano alle asfissianti offerte commerciali reduci dal black Friday- ecco che si alzano forti e chiare le voci autorevoli dei guru della lunga vita i quali, in previsione di tradizionali attovagliamenti, si propongono di tenere i potenziali commensali, per il loro bene, alla larga dai più ricorrenti vizi gastronomici.

È noto infatti, pur ai più numerosi non esperti, il vieto adagio per cui ne uccide più la gola della spada, sebbene, con i progressi nel frattempo realizzati dalla tecnica, la sua effettiva portata sia forse da riesaminare.

È quindi tutto un fuoco d’artificio di consigli ed esortazioni che non di rado, allo scopo di insegnare la rotta ai naviganti, salpano da quelle poche (pochissime) cose come carni rosse e lavorate, burro, latticini integrali etc (lasciando perdere porcherie tipo merendine e prodotti industriali vari che non sono cibo) cui, volendo vivere a lungo e sano, si deve proprio rinunciare: è un approccio anche psicologicamente accattivante (smart, light, soft etc) in quanto inteso a persuadere con le buone pure il più inveterato zuccone preda quotidiana della gola: è così facile vivere a lungo e sano, basta così poco, vedi, solo tu non vuoi?

Fra i cinguettanti guru d’annata e noti o meno nutrizionisti, apprendisti stregoni, opinionisti, divulgatori mediatici d’ambo i sessi, con qualche maggioranza femminile, si nota forse un minore assillo per le diete specifiche, peraltro sempre originali e firmate, dovuto probabilmente al fatto che, non appena raggiunta la forma agognata, nel caso sospiratamente la si attenui o sospenda la situazione rattamente precipita ed è peggio di prima.

E non per nulla, quindi, oggidì la parola d’ordine è costituita dal prologo (orizzontale, da parte di tutti, esperti ed esperte, del ramo) che promette forma psico-fisica, in una con lunga vita, ma senza ricorso a diete.

Prevalgono, come noto, prospettive vegetariane (in conformità della dieta mediterranea: frutta e verdura in ogni stagione, cereali integrali da pasta, riso e pane e proteine da una vasta varietà di legumi, mentre sulla opzione vegana non c’è opinione concorde) orientate a contenere e comprimere gli ancestrali istinti delle belve umane le quali per la verità -a parte gli esordi dove, comprensibilmente, non si andava tanto per il sottile (gli scienziati hanno ora scoperto che i progenitori cavernicoli si cibavano volentieri, riuscendoci se non avveniva loro di essere divorati per primi, di carne brulicante di vermi, questi peraltro ricercati da numerose popolazioni e, si dice, a breve componenti anche di nostri menu)- accedevano alla gustosa materia prima solo per censo (nella media ristretto assai) lasciando al volgo di sopravvivere, carestie permettendo, con erba e verdurine dei conigli.

Tant’è che la gotta era considerata, anche con certa invidia nel vasto catalogo dei malanni disponibili, malattia sì, ma da signori.

Particolare curioso (ma neanche tanto, a pensarci bene) è che poi, alla fin fine, tutti giungono a dire e proporre in sostanza le medesime cose sia per garantire una tavola efficace in termini di salute & peso-forma sia, in auspicabile prospettiva, per una più lunga & felice vita (in una italica regione hanno di recente aggiunto all’Assessorato alla cultura anche la delega al diritto alla felicità, aspetto a suo tempo pretermesso da quelle seriose mutrie dei padri costituenti).

E il distillato della prescrizione è condensato nella formula, sempre uguale, che oramai è stampata ritualmente ovunque, a scanso di equivoci o di eccessive immotivate illusioni, dagli integratori al kefir (bevanda caucasica il cui nome, di derivazione armena, significa in effetti ‘stare bene’): […] non sostitutivo di una alimentazione sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo o qualcosa del genere.

Con il che siamo tornati al punto.

Marcello Comel, costituente della Fondazione che oggi porta il suo nome unitamente a quello di Santorio, medico dalmata collega di Galileo all’Università di Padova e traghettatore della medicina dalla magia alla scienza, fu senza dubbio fra i primi clinici a sottolineare l’importanza della prevenzione nella salute in genere, da lui intesa come medicina dell’adulto orientata a un benessere quanto più esteso e duraturo possibile, e, a parte si capisce patologie specifiche, per la generalità dei (possibili) pazienti scriveva nel memento terapeutico la prescrizione delle tre M (mangiare poco, masticare molto, muoversi ancora di più).

E a chi si mostrava un po’ sorpreso, con una punta di delusione, dalla semplicità del consiglio (taluni professori sono non di rado un po’ logorroici) ricordava sobriamente che dai campi di prigionia nessuno era mai tornato sovrappeso.

Il meno (senza esagerazioni, fisime o ideologie) è il meglio così a tavola come nella cura onde nella prospettiva, inclusiva ante litteram, del maggior rispetto per le singole predisposizioni psico-fisiche e per i gusti personali non disgiunta, ove non clinicamente necessario, dall’assenza di obblighi e divieti a priori, declinava il professor Marcello Comel con realistica ed empirica saggezza il più antico ancora In medio stat virtus (‘La virtù sta nel mezzo’ di origine etica aristotelica, latina e poi scolastica medievale), invero tanto poco a suo agio fra le moderne ultra-polarizzazioni ora di moda.

Tra l’altro dai soggetti tendenzialmente centenari che i media volentieri scovano e intervistano, emerge con (quasi) molesta evidenza, per chi speranzoso legga, che la lunga vita tipica trovasi mediamente collocata in contesti sufficientemente naturali, con nutrimenti poco industrializzati e pur in contorni di varia tipologia (vino, tabacco etc) oltre che in attività varie di impegno fisico anche faticoso, normalmente lavoro abituale, che stentano a collimare con le tradizionali condizioni cittadine, con l’aria che abitualmente si respira pur cercando di muoversi all’aperto (oltre a quella climatizzata delle palestre), con i generi alimentari di supermercati et similia, con lo stress e la persistente sindrome da crowding & cramping (compresa quella da traffico e, occorrendo, da parcheggio) nel quale buona parte dei volonterosi ascoltatori (tradizionalmente cittadini) talora devono loro malgrado ingegnarsi a nuotare etc.

Va poi anche da sé che a proposito di taluni di questi esperti nutrizionisti, passi a leggerne il pensiero, ma a vederli pur solo in fotografia (anche per i grandi scrittori è sempre meglio tenere separata l’opera dall’autore) fanno sorgere il dubbio abbiano dimenticato, se mai conosciuta, cosa sia una scodella di cappelletti o passatelli in brodo ristretto di manzo e cappone ben innaffiato di forma (Grana), un piatto di crudo di montagna e salsiccia passita di Faenza o un vero bicchiere (da osteria), o anche più, di Sangiovese (non di vino da meditazione che ottunde e fa bene a chi lo vende) davanti a camino o stufa ronfante.

E allora, rovistando un’altra volta con pazienza e a piene mani nella cultura dei più vecchi che hanno lasciato esempio, il quale è forma gentile e discreta di insegnamento non nozionistico, ecco pronto per uso legittimo il clinicamente testato e giusto antidoto alle motivate ansie e sensi di colpa autorevolmente indotti dai guru di turno e al contempo l’ancor più giusto viatico per alcune cenette, preferibilmente in compagnia, le quali, perché tornino di nuovo, bisogna passino ancora (a riuscirci) altri dodici mesi: Semel in anno licet insanire (è già sarebbe significativo progresso rispetto al quotidiano insanire ad altro titolo di certo meno piacevole).

 

Con i più sinceri voti benedicenti e benauguranti per un po’ di pace, sorrisi e silenzio, nella pausa di Natale, da parte di questa nostra piccola Redazione.

E a tutti i nostri cari lettori, affezionati o saltuari, grazie di cuore di leggerci e Buon Natale e Buon Anno nuovo!

(Ci risentiamo, se Dio vuole, a gennaio).

LMPD

Print Friendly, PDF & Email