DAL MONDO SANITARIO E SCIENTIFICO – Ricerche sull’origine SARS-CoV-2
Fra gennaio e febbraio, un gruppo di 34 scienziati (di varie nazioni tra cui Cina, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito), organizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), si è riunito a Wuhan per indagare circa l’origine dell’infezione e ha quindi recentemente pubblicato i suoi risultati in un rapporto di 300 pagine.
Dalla indagine OMS risulta che i mercati, incluso il mercato Huanan a Wuhan, a cui sono collegate molte delle prime infezioni da COVID-19 note, che vendevano animali – alcuni morti, altri vivi – a dicembre 2019 sono da indicare come probabile fonte della pandemia di coronavirus.
Si è osservato che il rapporto costituisce un buon lavoro nel presentare ciò che si sa sui primi giorni della pandemia, ma che, in particolare, suggerisce ancora prossime ricerche necessarie per fare avanzare la conoscenza in merito.
Questa indagine, infatti, non può essere definitiva poiché ciò che è accaduto esattamente al mercato di Huanan rimane ancora sconosciuto e nondimeno si deve cercare di capire cosa sia successo, perché e come onde evitare che accada di nuovo.
Risulta ci fosse molta trasmissione di contagio nel mercato dove i ricercatori cinesi hanno raccolto circa 1.000 campioni (mercato di Huanan) all’inizio del 2020 e la maggior parte dei risultati positivi proviene da bancarelle che vendevano pesce, bestiame e pollame.
L’indagine ha vagliato anche ipotesi alternative circa il quando e il dove si è verificata la pandemia e ha concluso che il virus probabilmente non si sia diffuso ampiamente prima di dicembre 2020 né che sia uscito da un laboratorio.
Dopo la pubblicazione del rapporto, il direttore generale dell’OMS ha dichiarato di attendere con impazienza studi futuri sulle origini animali del coronavirus, ma di non essere soddisfatto dell’analisi circa una potenziale perdita da un laboratorio per cui saranno richieste ulteriori indagini con missioni aggiuntive che coinvolgano esperti specializzati.
La maggior parte degli scienziati afferma che le prove favoriscono l’ipotesi che SARS-CoV-2 sia passata dagli animali agli esseri umani, ma altri sostengono che il virus sia, intenzionalmente o accidentalmente, fuoriuscito da un laboratorio.
Da parte loro i ricercatori di Wuhan hanno anche affermato nelle discussioni con i componenti del gruppo d’indagine OMS di non aver conservato ceppi di virus vivi simili a SARS-CoV-2 e che virus simili esistono negli animali in Cina piuttosto che nel loro laboratorio.
Hanno inoltre spiegato che tutti nel laboratorio sono adeguatamente formati sulla sicurezza e che la salute fisica e mentale dei collaboratori è continuamente monitorata.
Alcuni scienziati hanno comunicato ai media che non si sarebbero fidati del risultato dell’indagine perché questa era strettamente supervisionata dal governo cinese e che, in sostanza, ne dovrebbero essere realizzate altre più approfondite di quella permessa dal governo cinese.
Peraltro, è molto difficile per OMS portare avanti tale genere di indagini e studi in quanto, pur criticata per la sua posizione troppo morbida verso la Cina, non ha tuttavia a disposizione strumento alcuno per costringere un paese a cooperare e la Cina sceglie i dati e le informazioni da condividere.
E il Direttore generale di OMS precisa che ci sarà comunque altro lavoro da fare: Questo rapporto è un inizio molto importante, ma non è la fine.
Clicca su questo link per leggere l’articolo originale.
(ex Nature briefing, 1-04-2021)