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DAL MONDO SANITARIO E SCIENTIFICO – Monkeypox

L’Organizzazione Mondiale della Sanità è al lavoro per individuare un’altra denominazione ufficiale al virus che risulta, nell’epidemia attualmente in corso, avere infettato oltre 1.600 persone in più di due dozzine di paesi.

Sottolineato il particolare che c’è stata poca attenzione a livello internazionale a questo virus fino a quando esso non si è diffuso al di fuori dell’Africa, dove è endemico da decenni nelle regioni centrali e occidentali, numerosi scienziati hanno affermato recentemente che l’etichetta di ‘vaiolo delle scimmie’ è discriminatoria e stigmatizzante e che c’è bisogno ‘urgente’ di rinominarla poiché il nome attuale non è conforme alle linee guida dell’OMS le quali raccomandano di evitare riferimenti alle regioni geografiche e ai nomi degli animali.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, prevede che l’OMS farà quanto prima annunci su possibili nomi da adottare.

La questione riecheggia il recente caso analogo di quando l’OMS si è mossa in fretta per rinominare come SARS-CoV-2 il virus che, in assenza di denominazione ufficiale, era indicato worlwide come virus della Cina o di Wuhan.

Anche in questo caso la fonte animale del virus del vaiolo delle scimmie (appartenente alla famiglia orthopoxvirus), trovata in un’ampia varietà di mammiferi, rimane sconosciuta, così come non è chiaro il modo in cui nell’epidemia in corso sia entrato negli umani a parte, rispetto alle evidenze precedenti, la sua diffusione attraverso un contatto molto stretto.

(Ex Nature Briefing, 15 giugno 2022)

 

Sull’argomento degli epònimi in medicina si è occupato recentemente il professor Davide Caramella in due scritti pubblicati su ‘L’approfondimento’ di questa Rivista, n. 182 e n. 180 (ndr).

 

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