HomeDe Litteris Et ArtibusDE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Marius e Jeannette di Robert Guèdiguian (1997)

DE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Marius e Jeannette di Robert Guèdiguian (1997)

Luminoso, solare, “Marius e Jeannette” è girato, recitato, immerso nella limpida trasparenza mediterranea.

Il sole è al centro del film, il mare rimane sullo sfondo, distesa azzurra, lontana.

Marius e Jeannette” si sviluppa quasi per intero dentro a uno spazio definito, l’Estaque, il quartiere operaio di Marsiglia, ed è lo scorcio d’esistenza di donne e uomini del proletariato, spesso poveri ed emarginati, dei quali il regista mette in scena la vita, non solo dei protagonisti, Marius e Jeannette, ma anche di Justin, Dedè, Monique, Caroline…

Ci narra una favola a lieto fine: l’amore fra Marius e Jeannette, la loro riconquistata felicita insieme con quella del piccolo gruppo di amici.

C’è una donna Jeannette, che per dignità, stanca di angherie sul posto di lavoro, arriva a licenziarsi; c’è un uomo, Marius, che per portare a casa un salario, finge di essere zoppo, facendosi assumere come guardiano in una fabbrica in via di smantellamento.

E lì a Marsiglia, nel quartiere dell’Estaque, il sole splende anche sui poveri, sulla gente che ogni mattina si chiede come riuscirà a fare la spesa o a pagare la scuola dei figli.

Come Jeannette, vedova con prole (ragazza all’università con sogni parigini, bambino alle elementari ansioso di farsi mussulmano) e intorno i vicini, gente come loro, chiassosi, rissosi, ma quando serve solidali.

L’incontro con Marius sarà l’amore, difficile, pieno di paure (il passato di entrambi è pesante e doloroso) e poi ci sono le incognite del presente e del futuro.

Ma nulla è impossibile nel quartiere dell’Estaque, i cui muri, come recita una voce fuori campo, “Sono dipinti da Cézanne su tele che finiscono fatalmente sui muri dei ricchi”.

E’ gradevole constatare che la lezione di un certo neorealismo italiano (in particolare con l’inclinazione narrativa della coppia De Sica/Zavattini) abbia trovato, in una così felice narrazione, emuli e continuatori.

 

PS: se vi capita di passare da Marsiglia, o in qualunque altra parte della Provenza, non mancate di gustarvi un Pernod o un Pastis (simili ma non uguali, il primo deriva dalla macerazione, il secondo dalla distillazione, di anice stellato con liquirizia ed erbe provenzali)
Aperitivo originario di Marsiglia (miscelare una parte di Pastis o Pernod e cinque parti di acqua fredda).

Divenuto popolare in Francia dopo il 1916, a seguito della proibizione del consumo dell’assenzio per il suo deleterio e nocivo effetto sul fisico e la psiche (molto diffuso fra il sottobosco di artisti e jeunesse dorée del tempo, immortalato da Degas nel dipinto “L’absinthe”).

È piacevole gustarlo, in connubio con amici e sodali, in uno dei dolci e quieti villaggi fra il Rodano e la Soane, in un soleggiato tardo pomeriggio, giocando a pétanque, percorrendo avanti e indietro un viale all’ombra dei platani, accarezzati dal tepore del tramonto che si appresta e illuminati dall’azzurro e limpido cielo provenzale.

 

Antonello Nessi

 

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