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DAL MONDO SANITARIO E SCIENTIFICO – I motivi per cui si sceglie di non sapere

Perché si sceglie di non sapere?

C’è un numero enorme di informazioni su se stessi a disposizione, ma spesso si sceglie di evitarle o ignorarle.

Secondo lo psicologo Jeremy Foust, le ragioni di questo comportamento rientrano in tre categorie: proteggere una convinzione esistente; evitare un’azione indesiderata; ridurre le emozioni negative.

Più in generale, quando le informazioni hanno il potenziale di minacciare una convinzione – su se stessi, su un’altra persona, sullo stato del mondo o su qualsiasi altra cosa – si è tentati di evitare quell’informazione e cercare invece informazioni che affermino le convinzioni esistenti.

Gli studi hanno dimostrato che le persone pensano alla probabile parzialità di una notizia prima di leggerla e sono più propense a leggere fonti con cui si aspettano di essere d’accordo.

Ma evitare le informazioni non significa solo difendere preventivamente le proprie convinzioni. Le informazioni che si apprendono (ad esempio, se si è malati) potrebbero richiedere di cambiare il proprio comportamento in un modo che si preferirebbe non fare.

L’evitare le informazioni potrebbe non essere sempre un problema: ci sono momenti in cui potrebbe anche essere utile.

L’abitudine del consumo continuo di notizie negative online è infatti associata a una maggiore ansia e a una peggiore salute mentale.

Pertanto, evitare questa pratica e porre limiti alla propria esposizione a informazioni negative potrebbe avere benefici per il benessere.

Evitare cronicamente informazioni spiacevoli può portare, da un lato, a migliorare la salute mentale a breve termine e, dall’altro, a isolarsi coltivando opinioni sempre meno collegate alla realtà.

 

Psiche, 14 luglio 2025

(Nature Briefing, 17 luglio 2025)

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