HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Cripto

L’APPROFONDIMENTO – Cripto

Quando nel 2010 è esplosa la crisi del debito greco, da sincero ammiratore dell’antica cultura nata in quella straordinaria penisola e nei suoi arcipelaghi, proposi l’idea che tale debito dovesse essere interamente cancellato poiché – in realtà – era tutta l’Europa a essere fortemente indebitata con la Grecia alla quale dobbiamo quasi tutto: dalla geometria alla matematica, dalla filosofia al teatro, dall’epica alla lirica, dalla scultura all’architettura. E la lista potrebbe continuare.

Allora, questi discorsi poco pratici furono generalmente considerati il discutibile retaggio di un inutile liceo classico e la conseguenza dell’incapacità di comprendere i ferrei meccanismi dell’economia e della finanza.

L’investimento fatto per il salvataggio della Grecia è stato stimato nell’ordine dei 300 miliardi di Euro. Oggi, la crisi delle criptovalute permette di rivedere criticamente il tema, a partire dalle grandezze economiche in gioco: nel novembre 2021, il valore totale del bitcoin e delle numerosissime altre criptovalute era di 3.000 miliardi di dollari, equivalenti a circa 10 salvataggi della Grecia. A un anno di distanza, questo valore è crollato di oltre il 70 per cento ad approssimativamente 850 miliardi. Tale perdita di valore corrisponde a circa 7 salvataggi della Grecia. L’enormità di questa distruzione di ricchezza operata dalle criptovalute può essere meglio compresa con l’aiuto di un’analogia: è come se il valore del mercato azionario di un paese grande come l’India si fosse azzerato nel giro di appena dodici mesi.

Si può osservare che una parte considerevole di tale perdita di valore è stata sofferta da personaggi poco raccomandabili, come oligarchi russi o membri della criminalità organizzata a livello mondiale. Esiste però anche un numero non trascurabile di investitori sconsiderati che hanno avuto pesanti perdite economiche.

Se lasciamo galoppare la nostra Schadenfreude nei confronti dei “cattivi” che hanno utilizzato le criptovalute per i loro scopi disdicevoli e ipotizziamo che loro abbiano perso l’equivalente di 5 salvataggi della Grecia, limitando all’equivalente di 2 salvataggi le perdite degli investitori “buoni” ma sconsiderati, abbiamo la conferma che l’eredità culturale della Grecia antica avrebbe potuto evitare almeno queste ultime perdite, avendo messo esplicitamente in guardia gli investitori contro i rischi della criptovaluta.

Infatti, quando un investitore sceglie dove allocare le proprie risorse economiche, esclude immediatamente un settore che si autodefinisce “nascosto, occulto, sepolto, ingannevole”. Ma in assenza di un’anche solo superficiale conoscenza del greco antico, l’investitore sconsiderato (e a digiuno di cultura classica) non può accorgersi della presenza del forte segnale di allarme contenuto nel prefisso “cripto”.

Ed è proprio “nascosto, occulto, sepolto, ingannevole” il significato dell’aggettivo κρυπτός, la cui radice è riconoscibile anche in due parole italiane di uso comune, come cripta (sotterranei di un edificio pubblico, per lo più di carattere sacro o cimiteriale) e criptico (misterioso, segreto, incomprensibile).

Da medico, mi azzardo a ipotizzare che non siano stati molti i colleghi in camice bianco ad aver perso denaro nella folle corsa delle criptovalute. Infatti, in medicina, siamo abituati a utilizzare il prefisso “cripto” in tutte quelle situazioni nelle quali è necessario esercitare il massimo di prudenza e attenzione. Per esempio, una forma di ictus particolarmente temibile è quello criptogenico, ovvero del quale non si conosce con precisione l’origine. Questa condizione, proprio per la sua natura criptica che non consente di individuarne la causa, è più difficile da prevenire e da curare.

Alla luce di tutto questo, penso che dovremmo rammaricarci di non essere più in grado di riconoscere e apprezzare le vestigia della ricca cultura greca, sebbene questa potrebbe esserci ancora di grande utilità.

Davide Caramella

 

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