HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Pedologia

L’APPROFONDIMENTO – Pedologia

Pedologia è un termine che – come molti altri termini scientifici – deriva dal greco antico. Però, a differenza di termini come pediatria e pedofilia che fanno riferimento (nel bene e nel male) al mondo dell’infanzia, la pedologia non contiene la radice παῖς (genitivo παιδός), che significa “bambino”.

Infatti la parola è formata dalla fusione di πέδον “pianura, terreno” e λόγος “dottrina” ed è il ramo della geologia che si occupa dello studio del suolo (definito anche pedosfera). A conferma dell’utilità di studiare il suolo è sufficiente ricordare che esso fornisce il 99,7% delle calorie che assumiamo con la dieta.

Il suolo è lo strato più esterno della crosta terrestre, costituito da una miscela di aria e acqua (50%), minerali (45%), e una piccola (5%) ma fondamentale quota di organismi viventi, rappresentati in massima parte da funghi e batteri e in misura minore da protozoi, artropodi, lombrichi e nematodi. Questo micro-ecosistema del suolo è meno spettacolare (e quindi raramente preso in considerazione) rispetto ai macro-ecosistemi terrestri e marini, con i quali condivide peraltro una straordinaria biodiversità che sarebbe nostro interesse proteggere scrupolosamente: basti pensare che la biodiversità del suolo è massima nelle foreste pluviali tropicali e minima nei deserti.

Invece viene spesso dimenticato che il suolo contribuisce in modo fondamentale alla vita sul pianeta rendendo possibili la nascita e la crescita delle piante, che da sole rappresentano oltre l’80% della biomassa, ovvero della massa complessiva degli organismi viventi. A loro volta le piante – oltre a permettere la vita di tutti gli animali (che costituiscono meno dell’1% della biomassa) – hanno anche un importante ruolo nella regolazione del clima, grazie alla loro capacità di rimuovere anidride carbonica dall’atmosfera, contrastando l’effetto serra che è responsabile del riscaldamento globale.

Ed è interessante notare che il suolo non contrasta l’effetto serra soltanto con un meccanismo indiretto, attraverso il supporto della vita vegetale, ma lo fa anche direttamente, visto che tiene intrappolato circa l’80% del carbonio terrestre e che la sua erosione comporta l’immissione di quote significative di anidride carbonica nell’atmosfera.

Tra gli obiettivi delle politiche di tutela dell’ambiente va quindi aggiunta la lotta contro l’erosione del suolo dovuto alla deforestazione e all’ipersfruttamento agricolo, che oggi sono considerati fattori importanti nel promuovere il riscaldamento globale.

Una singolare “erosione del suolo” si è verificata anche in campo medico. Infatti, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, i microbiologi hanno studiato sistematicamente le molecole che i batteri presenti nel suolo producono per prevalere nella competizione darwiniana con le specie con le quali coabitano. Questa ricerca ha avuto inizialmente un grande successo e ha consentito di sviluppare quasi tutti gli antibiotici ancora oggi utilizzati in medicina.

Il problema è che negli anni Sessanta l’età dell’oro della scoperta di antibiotici è finita e da allora una sola nuova classe di antibiotici (i lipopeptidi) ha raggiunto gli scaffali delle farmacie. A fronte di questa “erosione” della ricerca sui batteri del suolo, i batteri patogeni hanno avuto più di mezzo secolo di tempo per sviluppare resistenze agli antibiotici impiegati nella terapia contro le infezioni.

Tutto ciò fa riflettere su quanto il suolo sia importante e al tempo stesso quanto sia poco presente nel nostro immaginario. Il suolo – in latino humus – è davvero umile, e non ostenta il proprio enorme valore. A noi il compito di non lasciarci ingannare dall’umiltà della pedosfera e di riconoscerne il ruolo essenziale nel mantenere il pianeta vivibile per le generazioni di παῖδες che verranno dopo di noi.

 

Davide Caramella

 

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