APOCRIFA – Non c’è nessun Dio quassù
La stampa ha recentemente ricordato come nella primavera del 2008, durante un incontro Russia-Nato, il presidente russo e il presidente statunitense pro tempore (Bush Jr.) già fossero stati protagonisti di un virile confronto sull’Ucraina.
Accadde che a margine di un incontro ufficiale dei grandi della Terra riguardante la Georgia (poi finita male), i due più grandi di tutti si fossero trovati a colloquiare, si fa per dire, anche sull’Ucraina e dell’avvenimento fu scattata la immancabile foto ricordo ad usum vulgi con i due, correttamente vestiti di scuro, davanti a una murale carta geografica policroma indicanti con il rispettivo dito un tratto di costa davanti al mar Nero o d’Azov e pare che nell’occasione il russo avesse dichiarato con irritata veemenza l’Ucraina essere neanche uno Stato, ma un niente.
Si possono forse interpretare dall’immagine, almeno in parte, anche le rispettive psicologie: la consuetudine del primo a ripassare a memoria quel (vasto) pezzo di terra e la scoperta del secondo a individuarlo una delle prime volte.
D’altra parte non si può sapere tutto e raccontavano che nemmeno ad A. Diaz, fresco di nomina a capo di Stato Maggiore del Regio Esercito nel novembre 1917, fosse noto ove mai si trovasse l’infausta Caporetto onde davanti alla dispiegata carta geografica ebbe a domandare in colorito napoletano il necessario ausilio ai suoi aiutanti.
Ora se nell’opinione soggettiva e fraudolentemente vaga del presidente russo l’Ucraina non è uno Stato (mettiamo a parte naturalmente -come se non fossero avvenute- le varie formalità ufficiali della sua genesi in quanto tale nel 1991 e il riconoscimento del suo status da parte degli altri Stati del mondo), cosa è mai uno Stato?
Esso è, in estrema sintesi, una istituzione umana qualificata politica (da pòlis, l’antica città-stato greca), culturale e sociale formata da tre principali elementi che la costituiscono: un popolo, un territorio e un’organizzazione specifica che esercita in modo stabile (vs l’interno e l’esterno) il potere politico, aggettivo forse non del tutto proprio, su un determinato popolo (società civile) residente entro i confini di un determinato territorio.
Lasciamo da parte il fattore religioso posto che il principio cuius regio eius et religio (‘di chi è il territorio, di lui è anche la religione’) è unicamente politico e perché Dio non accetta confini umani, nemmeno da parte dei grandi.
Sempre con il medesimo termine, Stato, si può designare altresì la stabile entità astratta e impersonale (l’apparato rappresentativo tecnico-giuridico) che agisce attraverso suoi specifici organi (presidenza, parlamento, governo, ministri, magistrati, militari, insegnanti, amministrativi etc.) e altro ancora, ma basta già la prima elementare e semplice indicazione.
In prospettiva storica e rifacendoci unicamente agli ultimi tempi, la vasta area riferibile all’Ucraina, dopo essere stata contesa e divisa fra diverse potenze (Polacchi-Lituani, Russi, Austro-Ungheresi e Ottomani), fu occupata e governata dalla Polonia e dalla Russia zarista fino al 1917 quando, a seguito della Rivoluzione d’Ottobre, prima si costituì in Repubblica Popolare Ucraina autonoma e poi, dopo varie vicissitudini e sconvolgimenti bellici e sociali, in Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fondatrice unitamente ad altre, nel 1922, dell’Unione Sovietica di cui fece parte fino alla dissoluzione della stessa terminata nel 1991, data in cui fu riconquistata l’indipendenza ucraina.
L’Ucraina, che parla una sua lingua patria e misura un’estensione, dopo la perdita della Crimea, di oltre 576.000 chilometri quadri, fa inoltre parte di ONU, Consiglio d’Europa, OSCE, GUAM (con Georgia, Azerbaigian e Moldavia) e Triangolo di Lublino (con Lituania e Polonia).
E’ quindi del tutto falso oltre che temerario sotto il profilo della comune ragionevolezza e del diritto internazionale quanto il presidente russo, memore all’evidenza della sua proficua attività di spionaggio e di destabilizzazione vs gli oppositori tedesco-orientali del regime sovietico, si inventava, e continua a inventarsi, a proposito della scarsa sussistenza giuridico-sociale del Paese assalito per cercare di coprire comportamenti (mire politiche) le cui modalità già furono messi alla berlina ab antiquo da Esopo e Fedro in quanto tipici e caratteristici di tutti i prepotenti e sopraffattori nei secoli.
A provare che l’Ucraina è uno Stato a pieno titolo basterebbe, peraltro, la sua reazione a una illegittima invasione armata da parte di un confinante accanto al quale ha l’obiettiva sfortuna di trovarsi: popolo in armi che difende strenuamente la sua terra sotto la guida di un potere istituzionale liberamente eletto e indipendente (il quale a differenza di altri non è fuggito all’estero).
Oltre a tutto, e sua maggiore onta, il presidente russo è originario di Leningrado che per novecento giorni resistette fino alla liberazione (v. l’impressionante monumento ai caduti nella grande piazza della Vittoria accanto alla stazione della metropolitana) al rullo dell’Operazione Barbarossa lanciata, del pari come Blitzkrieg (che è la strategia bellica sempre sognata e preferita dai tiranni), da un efferato distruttore e criminale di guerra di cui evidentemente colui aspira a calcare le tracce davanti alle coscienze e alla storia.
E tralasciando per correntezza la prospettiva di quando, e a breve, dovrà presentarsi, come ogni altro, davanti all’Altissimo ove anche la pur prevedibilmente articolata e competente difesa del suo sodale Kirill (Cirillo I di Mosca) si presenta fin da ora non semplice a fronte, in particolare, della sesta parola (Non assassinerai) corrispondente al quinto comandamento cristiano.
E’ bensì vero come già nel 1961 a Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio, sia stata accreditata la storica testimonianza de visu all’esito di una verifica condotta pur così in alto nei cieli –non c’è nessun Dio quassù– che pare non di Gagarin (secondo un suo ex collega il cosmonauta e pilota, poi morto per la caduta del suo MIG, era battezzato e, in privato, credente ortodosso), ma fabbricata dal regime. Responso divenuto presto celebre in quanto atto a contemporaneamente dimostrare sia che l’ampiezza e l’efficacia delle conoscenze scientifiche e tecnologiche possono essere inversamente proporzionali all’intelligenza sia che il regime politico (non solo quello sovietico, naturalmente) usava per propaganda fake news prima ancora che ne fosse inventata la moderna aggiornata denominazione.
Soccorreva l’opera anonima e assidua del KGB.
E va da sé, last but not least, che anche la prova della non esistenza di Dio nemmeno è mai riuscito a darla nessuno, neppure il primo fra i Nobel o il più eccelso fra gli accademici, onde l’umano trapasso continua a essere velato dal mistero il quale, per continuare a essere mistero (e in ispecie rendere o meno ragione a Epicuro) non ha certo bisogno di essere o meno creduto dall’uomo: che in ogni modo lo accerterà a suo tempo e da solo.
Amén.
LMPD