EDITORIALE: Toni e contenuti fuori dalle righe
I toni e i contenuti sono, al solito, fuori dalle righe e sintomo di un modo di intendere le cose, gli atti e la realtà che dovrebbe poter a sua volta evolversi almeno così come si evolvono i processi naturali anziché rimanere fermo alla consueta rissa verbale.
Che la perdita di Ema sia una delusione cocente sia per il Paese sia per la Milano candidata è del tutto comprensibile, in particolare dopo un lavoro istruttorio realizzato, come sembra, in modalità una volta tanto coordinate e condivise al di sopra dei colori dei partecipanti all’impresa.
Ma che si debba arrivare a una rincorsa di esagerazioni sconfinanti nel surreale è (sarebbe) tutto da discutere.
Già il titolo del più importante quotidiano, che dedicava svariate pagine alla vicenda, la dice lunga: “Milano beffata dal sorteggio. Avanti nei primi scrutini, sconfitta nello spareggio con Amsterdam. Il tradimento spagnolo”.
Per la scelta è prevista una procedura articolata che, bella o cattiva, non solo è valida e accettata da tutti, ma conosciuta a priori comprendendo quindi anche l’eventuale sorteggio finale in caso di parità. Onde le vittorie -iniziale e intermedia- in tanto rilevano in quanto sono state in grado di portare Milano al ballottaggio con la città olandese terminato 13 a 13, con un astenuto.
Quindi non si è realizzata quella vittoria in cui, viceversa, si confidava alla vigilia. Ballottaggio alla pari, si è per forza passati al sorteggio (che fu introdotto ai tempi della collocazione -durata due anni per mancanza di accordo- a Parma della European Food Safety Authority) il quale ora, avendo favorito l’altra concorrente (la moneta ha sempre due facce: ad uno dice sì e contemporaneamente all’altro dice no), viene irriso o criminalizzato dai soloni di turno: propongano loro un metodo più adeguato: un duello, un algoritmo, un’ordalia, una partita (tralasciamo il calcio) a chi le spara più grosse.
Già si può immaginare che i Paesi del Nord vorranno l’ordalia, dato che la inventarono loro, e quelli del Sud, Spagna compresa, la tenzone a chi le spara più grosse, dato che hanno già diversi campioni a disposizione…
Nessuno ha potuto comunque avanzare dubbi sulla correttezza del processo, ma si è dovuto prendere atto, sempre a posteriori, che il così detto ‘lavoro politico’ o accaparramento dei voti molto attivo (da parte di tutti) sia prima sia durante non è stato sufficiente, non è stato in grado di portare alla vittoria alcuna città. Da ciò il sorteggio che, per definizione (salvo non sia taroccato), non beffa proprio nessuno, ma compie la sua imponderabile funzione binaria sì/no fin dall’antichità.
E’ ovvio che se si giunge al sorteggio poiché il prius non è stato sufficiente a decidere cambia anche la prospettiva: dal dossier tecnico e dal ‘lavoro politico’ -sui quali si possono anche avanzare previsioni (con qualche cautela e i giornalisti farebbero bene a ricordarselo prima di scrivere)- al totalmente imprevedibile.
Per ciascuno dei due concorrenti giunti obtorto collo al medesimo punteggio: vera par condicio.
Tutto qui. E se le due palline avessero invece privilegiato Milano, il suo merito sarebbe comunque rimasto fermo al ballottaggio alla pari, la vittoria finale essendo dovuta unicamente al caso, anche se le bipartisan dichiarazioni esultanti del poi se lo sarebbero verosimilmente scordato.