L’INTERVENTO – Venerdì 11 agosto 2023
Venerdì, 11 agosto
Al parco di Monza, fra i giochi e le strida dei bambini: “Vai là, c’è un signore che sta male, forse lo puoi aiutare”.
Sdraiato su di una panchina un vecchio di ottantaquattro anni, alto e robusto, alzheimer, occhi socchiusi, respira male.
Intorno a lui la moglie, una vecchierella minuta e triste e silenziosa, la badante smarrita che guarda per terra, una decina di persone.
Il polso è inesistente, il respiro va e viene, il torace sotto la maglietta è immobile.
Guardo la moglie e vorrei chiederle qualcosa, ma come si fa, al parco in mezzo a tante persone, a parlare a una vecchierella stanca e triste … a chiedere cosa? … lui è il marito …
Dico ad alta voce: “Non sento il polso, non sta respirando, sono un soccorritore, gli faccio un po’ di rianimazione …”, mentre qualcuno già telefona per aiuto.
E continuo a guardare gli occhi della vecchierella, occhi zitti, tristi e stanchi, ma zitti chi sa da quanto…, da quanto lui avrà l’alzheimer, chi sa che vita hanno, chi sa …
Compressioni toraciche, il respiro riparte … intanto sopraggiunge veloce l’ambulanza e mi dicono che ho agito correttamente: lo so, è il protocollo, lo conosco.
Ma la vecchierella?
E lui che magari ogni tanto qualcosa capisce e capirà ancora?
Gli ho allungato la vita di quindici minuti o forse ancora di cinque anni?
E se fossero davvero anni, di che vita?
Ma come si fa a parlare di morte o di vita a una vecchierella lì nel parco … con i bambini che giocano e si rincorrono?
S.P.D., Volontario