EDITORIALE – Scandali vaticani
E’ attendibile che gli scandali vaticani, con il loro carico di normale oltre che misera protervia, siano il fumo appiccicaticcio che esce dalla pentola in bollore ove si fondono umane istanze di contrasto da parte di coloro che, soddisfatti di quanto sono e hanno, rifiutano un papa che desidererebbe viceversa riformare.
Déja vu di esperienze succedutesi lungo il dipanarsi dei secoli.
Fra tutti i poteri di terra quello teocratico, lungi dall’essere il più affidabile e prudente, è il più ambiguo e infido (Israele storico docet) poiché tende a coprire con Dio e per il tramite di Dio la libera responsabilità degli uomini verso gli uomini.
Così a Francesco papa, in nome di una teologia che lo accusa anche di essere eretico, sono imputati molti errori: dalla scelta sbagliata di persone al non raggiungimento di obiettivi (riformatori) importanti, con il conseguente (ampio) stato di crisi ecclesiale percepibile da chiunque abbia attenzione.
Tra l’altro, e senza considerare la complessa tematica dei divorziati, sono respinte alcune sue aperture di respiro universale (cattolico) come la considerazione verso Martin Lutero (intenzioni effettivamente riformatrici e sostanziale correttezza della dottrina della giustificazione, al di là di metodi non corretti) e, per esempio, la dichiarazione (con l’Islam: Papa Francesco e Ahmad Al-Tayyeb, il Gran Imam della moschea di Al-Azhar, 4 febbraio 2019) per cui il pluralismo e la diversità delle religioni, dei colori, dei sessi, delle razze e delle lingue sono stati voluti da Dio, che li ha pensati così nella Sua Sapienza, tramite la Quale Egli ha creato gli esseri umani. Questa divina Sapienza è la fonte da cui emana il diritto alla libertà di fede e alla libertà di essere diversi.
Senza voler avvicinarsi al merito teologico¹ di quanti sono veramente esperti e sapienti in materia (anche il sommo Caifa ebbe a sentenziare, alla fine, Voi non capite niente…giova a noi che un (solo) uomo muoia per il popolo)², sembra che l’osservazione più spontanea in generale, all’ombra dell’umile regola del fariseo Gamaliele al Sinedrio (Qualora sia dagli uomini la volontà o l’opera questa sarà annientata, se invece è da Dio non potrete distruggere…)³, potrebbe ricordare che perfino il Figlio di Dio, da uomo, abbia sbagliato a scegliere qualcuno dei suoi e che alla fin fine, ritornato nella sua gloria, si sia risolto a convertire uno zelante e feroce persecutore (Saulo) della prima ecclèsia per dare una mano, sebbene non sempre gradita, ai primi discepoli.
E sempre -tra l’altro- a sentire Matteo4 , Gesù ben si rende conto del suo fallimento in itinere e del fatto di non essere accettato non solo da scribi e farisei, ma anche del rifiuto e dell’indifferenza perfino a Cafarnao e nonostante i segni compiuti.
Non si lascia però fermare dall’insuccesso e nonostante questo loda Chi lo ha mandato. Forse perché vede più in là degli altri o ha una fede che gli suggerisce come il lògos di Dio, sebbene nella specie terrestramente incomprensibile, sopravanzi i fallimenti degli uomini (compreso il suo).
Ora se è vero che non c’è servo più grande del padrone (Gv 15,20) e che, in ogni caso, servi non necessari siamo (Lc 17,10) lasciamo che anche Francesco papa, in mezzo a quello che non riesce a fare (e non è escluso che in ciò sia aiutato da qualcuno che certo non gli vuole bene), ringrazi il Signore (di tutti, buoni e cattivi, visto che fa splendere il sole e piovere su tutti) con le medesime parole di Chi egli rappresenta: Riconosco a te (confiteor tibi, mi compiaccio con te, ti rendo lode), Padre, signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e hai rivelato esse ai piccoli5.
Peraltro Mc e Lc hanno registrato ancora qualcos’altra in più da parte di Gesù (In verità dico a voi, chiunque non accoglie il regno di Dio come bambino, non affatto entrerà in esso6) che sembrerebbe confermare una difficoltà diffusa nel contare particolarmente sui saperi e sulle specializzazioni umane.
In effetti non è facile avere a che fare con il Signore.
Note
1 La Lettera aperta ai Vescovi della Chiesa cattolica (Vostre Eminenze, Vostre Beatitudini, Vostre Eccellenze) per il cui tramite il papa è accusato del delitto di eresia è stata pubblicata nella Settimana di Pasqua 2019.
2 Gv 11,49-50.
3 At, 5,38-39.
4 Mt 11,25-27.
5 Mt 11,25.