DAL MONDO SANITARIO E SCIENTIFICO – Sottovarianti & vaccini
La FDA (Food and Drug Administration) statunitense comunica di avere chiesto ai produttori di vaccini, in vista del prossimo autunno-inverno, l’aggiornamento delle formule di richiamo allo scopo di estendere la copertura anche alle sotto varianti Omicron a rapida diffusione note come BA.4 e BA.5 , le quali sono ora stimate costituire più della metà di nuovi casi di virus negli Stati Uniti.
La richiesta non è indirizzata alle dosi iniziali dei vaccini, che sono sempre e ancora considerate una base di protezione contro esiti gravi, ma ai booster, in modo da disporre di una sorta di vaccino bivalente diretto sia alla forma originale sia alle varianti allo stato più trasmissibili, sebbene ci sia sempre incertezza circa le reali caratteristiche che presenterà il virus da qui alla fine dell’anno.
FDA prevede, da un lato, che il rischio di un altro grave focolaio aumenti entro la fine dell’anno a motivo di con-cause come diminuzione dell’immunità, ulteriore evoluzione delle varianti e maggiori quantità di attività al chiuso, mentre, dall’altro, i tempi per prendere una determinazione (e avere possibilmente le nuove formule vaccinali prodotte per ottobre-novembre) sono strettissimi e assai simili alle decisioni che gli scienziati devono prendere ogni anno nella selezione dei ceppi influenzali con la speranza che corrispondano a ciò che sarà verosimilmente in circolazione nel corso dell’anno.
Non mancano, anche fra gli esperti, coloro che considerano fra le variabili di questo critico processo decisionale sia gli investimenti e i costi dell’operazione (il Dipartimento della salute ha acquistato in anticipo 105 milioni di dosi Pfizer-BioNTech per un valore di 3,2 miliardi di dollari) sia l’aspetto più propriamente politico costituito dalle necessità operative che l’amministrazione Biden potrebbe dover affrontare per sembrare preparata a fronte di una possibile recrudescenza autunnale di casi di virus.
(ex: NYT, 26 06 2022)