HomeDe Litteris Et ArtibusDE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Gli amori di Suzanna Andler di Benoit Jacquot (2021)

DE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Gli amori di Suzanna Andler di Benoit Jacquot (2021)

Suzanna Andler (Gli amori di Suzanna Andler), di Benoit Jacquot (2021).

Tratto dall’omonima pièce della scrittrice Marguerite Duras “Gli amori di Suzanna Andler”, vede Charlotte Gainsbourg nel ruolo di protagonista: una donna dell’alta borghesia, ricca, oziosa, stretta tra doveri coniugali e desiderio.

Il film è stato girato interamente in una villa sulla Costa Azzurra e la storia si svolge fra le falesie di Cassis e Saint-Tropez d’inverno.

Dentro una villa disabitata, Suzanna esita tra suo marito e il suo amante.

Parigina, nascosta dietro la sua classe e la sua fortuna, Suzanna ha sposato anni prima Jean Andler, gran borghese ricco e infedele.

E ora si trova intrappolata in un matrimonio agiato e deve scegliere tra una vita di moglie e di madre, governata dalle convenzioni, e un’esistenza libera ma più rischiosa, incarnata dal suo giovane e squattrinato amante.

Alla ricerca di un’impossibile emancipazione, Suzanna parla a mezza voce, dice delle verità, le sue, che non sono sempre le stesse e inciampano nelle bugie, pronunciate per paura o come un riflesso vitale mentre il sole tramonta sul Mediterraneo.

l risultato voluto dal regista Jacquot è un uragano lento che si dispiega in una grande villa sul mare, lasciando entrare la sua aria densa, il richiamo acuto dei gabbiani e la luce del cielo.

L’edificio maestoso non fa mai dimenticare il testo, un poema a quattro voci (Suzanna, l’amante, il marito e l’amica).

Un’architettura narrativa asciutta, precisa nelle indicazioni sceniche come negli incessanti slittamenti delle parole che i personaggi pronunciano per dire ciò che fanno e ciò che provano.

Soprattutto Suzanna, sopravvissuta alle fughe del marito pluri-fedifrago e distante.

Miniabito nero, pelliccia sulle spalle e stivali scuri che conferiscono alla sua figura lo splendore slanciato delle eroine tragiche, la sua voce, sottile, a tratti infantile, contrasta con il suo aspetto fisico.

Suzanna è una donna sconfitta, al limite e in attesa di vivere o magari di morire.

L’attrice, quasi evanescente, dona al suo personaggio una intensità e un grande dolore, facendone la vittima di un marito infedele e insieme l’eroina di un romanzo che riscrive il suo destino.

Perfette, quasi fin troppo, l’interpretazione Charlotte Gainsbourg, figlia di due mostri sacri della cultura francese come Serge Gainsbourg e Jane Birkin (famosi al grande pubblico per lo scandaloso testo di Je t’aimemoi non plus: la canzone che fu una delle prime a trattare il tema dell’erotismo in modo esplicito descrivendo nei dettagli l’atto sessuale fra uomo e donna).

Antonello Nessi

 

PS: Se vi capita di transitare in Provenza fra Tolone e Marsiglia, in quella parte del dipartimento Bocche del Rodano che si affaccia sul Mediterraneo, non mancate di fare una puntata al villaggio di Cassis, noto per i suoi calanchi affacciati a strapiombo sul mare (tutelati dal Parco Nazionale delle Calanques), ma anche per i suoi vini.

Vigneti coltivati esclusivamente nel comune di Cassis (solo 210 ettari per una produzione di circa 1 mil di bottiglie anno) e la più parte della produzione in vini bianchi (ma anche rosati e rossi seppur in minor quantità).

Il bianco e il rosé si accompagnano mirabilmente a due piatti della tradizione provenzale (entrambi originari di Marsiglia): la bouillabaisse e la grand aioli.

La prima una zuppa di pesce simile al nostro caciucco, la seconda (che prende il nome dalla salsa aioli a base di aglio, olio, tuorlo d’uovo) composta da verdure, pesce e molluschi cotti al vapore in cui la salsa aioli è la protagonista che da tono e sapore.

Entrambe da gustare accomodati sulla terrasse di un ristorante affacciato sul mare di Provenza, avvolti in un caldo ed estivo tramonto mediterraneo con a portata di mano e di palato una fresca bottiglia di bianco o rosé di Cassis (secondo gusto e inclinazione).

 

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