DE LITTERIS ET ARTIBUS – Il Cinema ritrovato – J’ai oublié de te dire (Ho dimenticato di dirti), Laurent Vinas-Raymond (2009)
Marie (Emilie Dequenne), una giovane ragazza senza soldi e famiglia, rilasciata dal carcere lascia il nord per la regione dei Pirenei Orientali (nei dintorni di Perpignan) dove per sopravvivere lavora nella raccolta della frutta.
Nel villaggio incontra Jaume (Omar Sharif), un vecchio signore ex grande ciclista (maglia gialla al Tour de France) e pittore di talento.
Marie vuole che Jaume le insegni a dipingere, ma all’inizio Jaume non le dà corda, non ha voglia né tempo per questo insegnamento.
Allora Marie insiste e Jaume le dice che è testarda (tête de mule), ma alla fine accetta di insegnarle la pittura e così fra loro nasce un’amicizia legata alla comune passione dell’arte.
L’amico di Marie, Julien, non capisce l’interesse di Marie per la pittura, ma lei ha deciso di seguire la sua strada e si separano.
Jaume accompagna la mano di Marie nelle sue prime prove pittoriche, le regala un libro in cui ha scritto sulla pittura, la accompagna a immergersi in escursioni nella splendida cornice del Sud della Francia e le spiega la sua filosofia pittorica.
Un giorno Marie accompagna Jaume a una visita di controllo apparentemente di routine, intuisce che qualche cosa non va e spacciandosi per la nipote si fa dire dai medici che Jaume sta perdendo progressivamente la memoria per una rara forma di Alzheimer ed è destinato all’oblio totale.
Marie cercherà di aiutarlo e assisterlo, lo accudirà prima a casa con amorevole cura di figlia, poi lo assisterà nella fase terminale quando inevitabilmente Jaume dovrà essere ricoverato in una struttura e lo accompagnerà con amore filiale verso l’ineluttabile declino fisico e intellettuale, fino alla morte.
Dolce e intensa la scena che descrive uno dei primi giorni di ricovero: Jaume è accasciato su una poltrona, privo di reazioni e stimoli intellettuali e fisici, sotto lo sguardo scettico dei sanitari, ma Marie mette nelle mani di Jaume un foglio e una matita e lui istintivamente con abilità e mano ferma traccia con rapidi tratti di carboncino il volto della giovane dottoressa che lo ha in cura.
Il film è la cronaca dell’incontro di una giovane ragazza, forse destinata alla perdizione, che impara tutto, non solo sulla pittura, da una persona, condannata alla perdizione, che inizia a dimenticare gradualmente ciò che la vita le ha dato in successo e consapevolezza.
Jaume è nell’autunno della sua vita, ma vuole mantenere il controllo della sua fine, il suo incontro con Marie sarà provvidenziale e si aiuteranno a vicenda e ognuno porterà qualcosa di prezioso all’altro.
Due persone che si ritrovano e la cui amicizia è legata a un patto mai chiaramente enunciato: dare all’altro la sua liberazione quando avviene che circostanze e necessità la richiedano.
Il film è un compendio d’amore, di accettazione, di umanità.
È un film sull’amicizia.
Grandi prestazioni di Omar Sharif (al tempo del film Sharif aveva 77 anni, morirà il 10 luglio 2015) e di Emilie Dequenne (nata nel 1981, all’epoca del film 28enne, è una attrice belga di grande talento: al suo esordio cinematografico nel 1999 vinse il Prix d’interprétation feminine al Festival di Cannes con il film “Rosetta”, Palma d’Oro a Cannes, regia dei fratelli Dardenne), buone anche quelle degli altri interpreti.
(a mia conoscenza il film è reperibile solo in originale francese, non risultano doppiaggi in italiano).
Antonello Nessi