HomeDe Litteris Et ArtibusDE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Vincent, Paul et les autres, Tre amici, le moglie e (affettuosamente) le altre – Claude Sautet  (1974) 

DE LITTERIS ET ARTIBUS – Il cinema ritrovato – Vincent, Paul et les autres, Tre amici, le moglie e (affettuosamente) le altre – Claude Sautet  (1974) 

 

Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre ”, traduzione poco originale di “Vincent, Paul et les autres”.

 

In breve la trama:

Vincent è un imprenditore la cui ditta versa in grosse difficoltà economiche, è separato dalla moglie Catherine e ha una storia con Marie una giovane donna.

François è un dottore infelicemente sposato con Lucie, hanno due bimbi, lei però sentendosi trascurata e poco amata dal marito vive svariate esperienze extraconiugali occasionali. 

Paul è un giornalista e scrittore poco affermato che è sposato con Julie. 

Jean invece è un giovane boxeur ai primi incontri ufficiali.

Hanno l’abitudine di trascorrere il week end in campagna a mangiare in compagnia e tutti stanno attraversando momenti di crisi e difficoltà varie perché nella vita tutto è provvisorio e niente è definitivo.

Un riuscitissimo ritratto di un gruppo di amici quarantenni, le loro pene d’amore e le difficoltà economiche, una storia di vita quotidiana con i suoi alti e bassi, amicizie, amori, tradimenti, fughe, problemi economici e di salute.

Sautet, come sempre nel suo cinema, anche qui è molto attento nello scavo psicologico non solo di tutti i protagonisti, ma anche degli interpreti secondari.

Gli attori sono un parterre de roy: Yves Montand è Vincent il piccolo industriale in crisi finanziaria, Michel Piccoli il medico, un giovanissimo Gérard Depardieu il pugile, Serge Reggiani è Paul lo scrittore di mediocre qualità.

Bravissime le donne: Stephane Audran, Catherine la moglie separata di Vincent, la raffinata Marie Dubois interpreta Lucie, la moglie infedele di François, Ludmila Mikael è Marie la fidanzata giovane di Vincent e infine la nostra Antonella Lualdi, la moglie di Paul, e Catherine Allegret la fidanzata di Jean il pugile. 

Il film tocca le corde più intime in modo lieve, con   toni a volte drammatici, ma sono “le cose della vita”, perché la vita deve passare e le difficoltà aiutano a crescere.

Si esplora ed esplicita uno dei temi più cari al regista, la granitica forza della vera amicizia in relazione alla natura leggera delle relazioni amorose tra un uomo e una donna, che si sa vivono equilibri effimeri e instabili dove tutto può finire da un giorno all’altro, perché sono “le cose della vita”, e il legame dell’amicizia è il vero motore della vita: si può sopportare il tradimento di una donna, ma mai quello di un amico, è questo il messaggio  del film.

E’ il regista del dettaglio, dell’inquadratura perfetta, dei campi e controcampi, in modo a volte maniacale, capace di catturare ogni piccola sfumatura, sguardo ed espressione, il suo un cinema fatto sulle persone e i loro tormenti, incapaci di essere felici e soddisfare in modo intelligente ogni desiderio, un cinema malinconico, ma come nella realtà è la vita che è a termine.

Claude Sautet ha sempre saputo rappresentare i moti del cuore e le sofferenze degli umani (che si sa sono imperfetti) e inoltre ha sempre rappresentato magnificamente la classe borghese francese, erede dell’illuminismo, venata di bonapartismo, intrisa di romanticismo, quella colta e intelligente, a volte un po’ snob perché era quella che Sautet conosceva da vicino e dall’interno. 

Il Nostro non ha diretto tanti film (1 cortometraggio, 14 film e varie sceneggiature), da “Bonjour sourire!” (1956) fino al meraviglioso ultimo suo lavoro (il suo testamento spirituale) “Nelly e Mr Arnaud” (1992), preceduto dal suo capolavoro assoluto Un cœur en hiver” (Un cuore in inverno – 1995).

Tutti belli e tutti da portare nel cuore del cinefilo.

 

Antonello Nessi

Print Friendly, PDF & Email