L’APPROFONDIMENTO – Superare l’insonnia
Il buon sonno è divenuto una rarità: gli italiani che soffrono di disturbi del sonno sono 12 milioni e, secondo le ultime rilevazioni dell’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AIMS), nel nostro Paese circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria.
La medicina offre rimedi, ma l’insonnia continua a essere diffusa. Perché?
“Una delle ragioni per le quali l’uomo fatica a compiere il proprio cammino risiede nel fatto che non possiede sufficiente energia; buona energia. È importante imparare a conoscerla e a ricaricarla.” (Don Juan, sciamano del Messico)
Viviamo in ambienti rumorosi e sovraccarichi di stimoli: dal cellulare alla tv, dalle informazioni alle molte immagini che vediamo anche solo percorrendo una strada e fino alle nostre stesse parole. Anche il nostro parlare, infatti, genera… un rumore! Questa sovraesposizione spesso è continua, crea ripercussioni sul piano fisico, psichico e perfino spirituale.
È esperienza diffusa il senso di stanchezza, insoddisfazione, irrequietezza o confusione mentale che talvolta percepiamo.
Paradossalmente, però, questo stimolo continuo innesca un circolo vizioso per cui finiamo di non poter fare a meno di avere rumori in sottofondo: è l’effetto che spesso cerchiamo anche con la tv, per esempio la sera, o con messaggi, social, chat, telefonate. Riempiamo.
Ma una reiterata assenza di modalità più semplici e di silenzio aggrava le ripercussioni sul piano fisico e psichico.
Ed ecco ansia, depressione, scontentezza, insonnia o alterazioni del ciclo sonno-veglia.
E che tecnologia, chat o tv non siano il miglior modo per addormentarsi è ormai scientificamente provato. Quali le alternative?
L’atmosfera della sera.
Un tempo, quando non esistevano media e tv, l’uomo la sera osservava la natura, le stelle o si raccoglieva davanti al fuoco, passeggiava, leggeva un libro o ascoltava i racconti di un anziano. Nelle tradizioni spirituali, da sempre maestre di saggezza, è data grande importanza alla sera e al modo di chiudere la giornata. Nella tradizione cristiana esiste la preghiera di Compieta, che riconcilia il cuore.
Negli ordini monastici spesso, dopo la cena e la preghiera serale, esiste il nobile silenzio.
Esso crea una particolare atmosfera, uno spazio di ascolto e trasformazione: può portare anche molto in profondità, se viene reiterato sera dopo sera.
Nella tradizione orientale ci si corica presto, lasciando che le ore serali siano quietamente dedite alla pace. Anche lo sciamano, la sera, si ritira e osserva la natura, in un prolungato silenzio.
Sono tutte usanze che vanno nella direzione di creare una buona atmosfera: la più affine possibile a ciò che il buio e la natura ci suggeriscono.
È così che l’uomo può giungere alle intuizioni e allo trasformazioni: dello sguardo, della mente; della salute; dei gesti, della vita.
Dunque, possiamo iniziare a prestare più attenzione all’atmosfera della nostra sera: ad amare la sera, la magia del silenzio, il buio che prepara al riposo.
Certo, a volte vorremmo cambiare in un attimo lo stato della nostra mente e dall’agitazione del giorno passare d’un tratto a calma e serenità. Ma non avviene così facilmente (è per questo che fuggiamo in nuovi rumori, impegni, parole o tv).
Possiamo iniziare a pazientare: a non fuggire, a non temere il nostro cuore; a concedergli uno spazio nel quale ritrovare pace, ampiezza, verità. La sera ci offre questa opportunità. Ci viene in aiuto lo “spazio di transizione”.
Lo spazio di transizione.
È quello spazio gradatamente più quieto, che ci consente di passare da rumore, frenesia e caos a una mente più calma e stabile. Non riusciremo a pacificarla d’un tratto, ma potremo scoprire che se rallentiamo, gradatamente, qualcosa di buono accade in noi.
Non è un generico rilassarsi: ci sono regole precise da osservare in questo spazio.
Nello spazio di transizione (che avviene per esempio al rientro dal lavoro) possono aiutarci attività come: camminare (in una strada senza vetrine e senza usare il cellulare) o curare le piante, pulire, lavarsi, riordinare, cucinare o svolgere un lavoro manuale, con accuratezza.
È importante l’accuratezza. Saranno attività non frenetiche, ma non del tutto statiche (come la meditazione silenziosa, per esempio, che costituirebbe un passaggio troppo brusco). E da svolgere con cura.
Nel frattempo: niente tv, telefonate, chat, computer.
Radio o leggera musica o accurate parole con chi è con voi saranno una miglior scelta.
Queste attività, manuali e accurate, vi aiutano a scaricare le tempeste più grossolane della mente e a ritrovare un ritmo e linguaggio più naturali.
Occorrerà pazienza: maggiore è stata la tempesta o il ritmo del giorno, maggiore (ma necessario) sarà lo spazio di transizione. I frutti che raccoglieremo creeranno fiducia: ormai lo sappiamo, si può fare!
Alla fine, la questione non si pone neppure più: come se corpo e gesto procedessero nella giusta direzione, nonostante tempeste o attrattive della mente che poi, sempre meno credibili, lasciano spazio a una chiarezza che non conoscevamo.
Non è solo relax. È l’inizio di una trasformazione profonda.
Elena Greggia
(l’intervento continua nel prossimo numero)