HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Superare l’insonnia (3)

L’APPROFONDIMENTO – Superare l’insonnia (3)

Tradizioni spirituali e regole di vita.

Le tradizioni spirituali offrono utili indicazioni riguardo alle abitudini di vita quotidiana: cibo, movimento e sonno.

Sono infatti i tre elementi che consentono a corpo e mente di creare una spirale di energia e chiarezza.

Perché l’uomo possa raggiungere la piena realizzazione, spirituale e di vita, occorre, infatti, che corpo e mente siano accordati in un buon unisono.

Per quanto riguarda il movimento, in ogni tradizione spirituale si ritrova l’importanza del camminare: è una forma di riflessione, di preghiera e rappresenta un allenamento benefico per corpo e cuore (inteso, questa volta, come organo fisico).

Agevola il buon umore (per effetto delle endorfine che si producono nell’organismo, ovvero gli ormoni naturali del buon umore), favorisce le intuizioni, la chiarezza, la gioia … e il sonno.

Camminate ogni giorno, almeno mezz’ora: senza deroghe, senza telefono e senza svolgere commissioni (come la spesa) nel frattempo.

Scegliete una strada tranquilla e camminate, concedetevi questo spazio.

Per quanto riguarda il sonno, non vi è maestro, di qualunque tradizione spirituale, che non usi temperanza: coricarsi presto e alzarsi presto; e durante il giorno alternare attività, studio e raccoglimento evitando di indulgere tanto nella frenesia quanto nella pigrizia.

Viene detto che buono è il sonno che sorge spontaneo, senza aiuti o medicine, in un orario confacente (cioè in una fascia compresa tra le h20.30 e le h05.00 o tra le h24.00 e le h09.00: sono le fasce che rispettano i ritmi naturali, detti circadiani, di funzionamento del corpo).

Sonni in orari diversi (per esempio diurni o sonni indotti o avviati a tarda notte, trascorsa la mezzanotte) non contano come buon sonno.

Il buon sonno potrà presentare anche risvegli notturni, ma seguiti da un naturale riaddormentamento e da un risveglio mattutino con buona energia.

Questo buon sonno è agevolato da: orari regolari; movimento; buio e silenzio nella stanza da letto (questi fattori stimolano, infatti, la ghiandola pineale a produrre melatonina, l’ormone endogeno del buon sonno; se utilizzate luci, evitate quelle che virano al blu utilizzando invece le luci in tonalità rossa); anche buone letture possono favorirlo (purché su carta, e non su tablet o pc); anche da una bevanda calda e un pasto serale soddisfacente, ma non tardo (ottimi: mele, banane, patate, riso, latte anche in abbinamento tra loro); e ancora buona musica, discorsi proficui e accuratezza: un linguaggio attento durante il giorno.

La porta del sonno passa da ciò (e da come) che diciamo durante il giorno.

La poesia del sonno

Scienza e neuroscienza forniscono numerose informazioni riguardo al sonno.

Più impalpabili sono le verità che raccontano le tradizioni antiche orientali e sciamaniche.

Tuttavia esse parlano un linguaggio evocativo che, nella sua forma di leggenda, contiene qualcosa che risuona nel cuore:
“Il sonno è quel luogo misterioso nel quale corpo e mente, uniti in un profondo riposo, abitano luoghi sconosciuti. E lì si ripuliscono, si rigenerano. Eliminano tossine, impurità. A volte questo processo si manifesta come insonnia, brutti sogni o dolori nel corpo: siate pazienti.

E’ il giusto processo: vi rivela che il sonno sta funzionando, sta svolgendo il proprio compito di pulizia.

Se comprendete a fondo questo processo, potete imparare gradatamente a fornire meno “cattivo cibo” durante il giorno ai vostri occhi, mente, parole.

E il sonno diventerà più pacato, beato: foriero di buoni sogni, buoni incontri, serenità e buone cose”.

Lungo-dormienti o corto-dormienti?

La durata del sonno (giusto sonno) può variare a seconda degli individui. L’attuale scienza del sonno ha identificato due categorie di persone: i lungo-dormienti e i corto-dormienti.

I primi hanno bisogno di un alto numero di ore per stare bene (anche fino a 11). I secondi di un numero inferiore (anche 5 sono sufficienti).

Per comprendere a quale tipologia appartenete, non guardate quante ore dormite (esse possono essere indotte da abitudini o stati d’animo). Osservate invece come vi sentite al risveglio: se energia, buon umore, salute e resistenza alle malattie sono equilibrati, significa che è il giusto numero di ore per voi.

Umore e stato della mente sono i principali indicatori: una mente che ha dormito il giusto numero di ore è spontaneamente calma, stabile, vigorosa, non ansiosa e gioiosa anche nelle bufere della vita.

Nel sonno, infatti, avviene un importante lavoro di pulizia e rigenerazione.

Anche la professione che esercitate (per esempio, ad alto impatto di fatica fisica o stress, come accade per gli atleti agonisti di vertice o i piloti di aereo) e l’ambiente in cui vivete (rumoroso, sovraffollato o pacifico e circondato da natura) e gli stili di vita incidono nel determinare la “categoria di appartenenza”, insieme a fattori genetici.

Per valutare, tenete presente comunque che gli estremi sono casi rari e considerate che all’uomo d’oggi, quando immerso in un contesto ricco di stimoli, servono mediamente otto o nove ore di sonno: buon sonno. Ricordate, anche, l’importanza di un sorriso sul volto e di una preghiera.

 

Elena Greggia
(Prima e seconda parte pubblicate nei precedenti nn. 203 e 202)

Rif. bibliografico: “Una mente luminosa” di Elena Greggia, Ed. I libri del Casato.

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