EDITORIALE – Moderne barriere elettroniche
La vicenda inizia in modo banale: un rettangolo di carta cm 15 x 10 sotto il tergicristallo, con lo stemma del Comune di Milano in alto e piccola indicazione della Polizia Locale in calce, cui mano umana ha aggiunto solo targa del veicolo e data.
Il testo è comprensibile: È stato accertato che questo veicolo è parcheggiato in sosta irregolare. Il verbale di accertamento sarà recapitato etc … per evitare di pagare i costi di notifica scarichi l’app fascicolo del cittadino tramite il QR Code che vede qui sotto etc … per informazioni comune.milano.it – Fascicolo del Cittadino.
Più in basso campeggiano due QR Code: a sinistra Disponibile su Google Play e a destra Scarica su App Store.
Testo semplice anche se con un certo crescendo tecnologico perché tutto dipende (anche) da chi lo legge: nella specie una signora di una certa età alfabeta e mediamente colta, ma non necessariamente a suo agio con le moderne pratiche elettroniche e i suoi molteplici aspetti.
In ogni caso la signora, cittadina a ogni effetto ufficialmente riconosciuta come tale in quanto soggetta al fisco e alle bollette (TARI compresa), chiama telefonicamente per informarsi meglio il Comune e qui avviene la prima sorpresa della giornata: il Comune, nel giro di appena qualche squillo -diversamente da altri destinatari pubblici ai quali, dopo varie istruzioni (se ha bisogno di … premere il numero … etc) falla di norma il ricevimento o più semplicemente cade la linea- risponde per il tramite di una gentile e garrula impiegata la quale si dichiara subito a disposizione.
Ma la bella sorpresa -quale consolazione per un’anziana accertare che dall’altra parte, oltre a tutto in Comune, qualcuno comprende il suo problema- termina tosto perché la cittadina è costretta ad ammettere, interrompendo con un filo d’imbarazzo la spiegazione operativa che già aveva preso a squillare nella cornetta, che no, ella non possiede uno smartphone con la possibilità di scaricare app per il tramite del Code e anzi, per la precisione, non ha proprio neanche il cellulare essendole (ancora) più che sufficiente il telefono a filo inventato nel 1876 da Meucci e poi intestatosi da Bell.
Di conseguenza diviene complicato per l’anziana signora farsi condurre, anche se pazientemente per mano, nello spazio digitale che il Comune riserva ai suoi cittadini e che, senza ombra di dubbio, è in grado di aiutare i più avanzati di lei a snellire i rapporti con l’Amministrazione.
In Comune c’è anche un Assessorato alla Trasformazione digitale e ai Servizi civili che si occupa di offrire e migliorare questi prodotti o funzionalità digitali volti a ottenere direttamente da casa e senza necessità di muoversi informazioni, certificati, prenotazioni, pagamenti etc.
Se non che ci sono, nella popolazione, anche i vecchi e non tutti in qualche modo competenti nell’informatica sebbene di base.
È finita quindi, la nostra vicenda, che la cortese impiegata all’altro capo del filo, dopo aver indicato la possibilità di andare anche in ATM (prenotazione obbligatoria, ahimé, dall’app specifica) e visti vani i suoi sforzi, ha con sperimentata saggezza suggerito alla cittadina di rivolgersi al figlio, dato che i giovani con queste procedure ci sanno fare, e di non preoccuparsi più di tanto.
Consiglio che la signora ha prontamente accettato passando per l’appunto la palla alla prole (fortunata lei di averla disponibile, cosa che non sempre accade) la quale in effetti è usa andare su e giù per le tastiere elettroniche con l’agilità di un gatto, ma, ed ecco altra e non prevista sorpresa, ci ha messo un po’ pure l’abile figlio a realizzare la elementare ed eziandio semplice operazione.
Dapprima la registrazione non compariva per, a giudizio dell’impiegata, un disservizio tecnico e quindi, una volta superato lo scoglio il sistema ha quietamente risposto per ben tre volte di fila con un noreplay automatico avvisante che il pagamento in oggetto non era stato concluso regolarmente e consigliato per eventuali verifiche supplettive di cliccare sul link https://www.comune.milano.it/fascicolo-del-cittadino.
Quindi, il giorno successivo, dopo un avvio del pari deludente ha finalmente accettato l’obolo elettronico inviando fin la ricevuta telematica del pagamento della contravvenzione.
Il Comune, s’intende, non è certo unico in questo suo rush diretto alla spersonalizzazione progressiva, ma in buona compagnia con enti e aziende pubbliche che spingono nello stesso senso al duplice scopo di rendere, da un lato, più comodo il contatto all’utente (che ci riesce) e, dall’altro, di risparmiare a sé lavoro, tempo e anche qualche grana se, come taluno ha già scelto, un reclamo e. g. o una domanda di informazione etc. non può essere che inoltrata solo in via telematica: la selezione degli utenti è rapida, gratuita, efficace.
Rimane da vedere se questa non sia una nuova e più insidiosa forma di moderna barriera architettonica aggiunta alle tradizionali peraltro non mai ancora sanate: in ogni caso non è fugato il dubbio di una minore o punta considerazione verso minoranze deboli le quali vengono lasciate indietro perché non capaci di stare al passo con i tempi o non in grado di avere e gestire l’attrezzatura necessaria: esempio non irrilevante di rispetto e inclusione.
Come l’infida DAD ha dimostrato a carico degli allievi organizzativamente disagiati e di fatto quindi lasciati in serie inferiore.
Orientamento ingiusto eticamente, sebbene pur comprensibile in attività lucrative private, ma altresì discriminatorio e profondamente incivile nei rapporti pubblici e nei servizi.
Quanto poi alle dimensioni reali di queste minoranze, di fatto tendenzialmente pretermesse, si può anche cercare d’intendersi: a Milano, peraltro unica città d’Italia potenzialmente idonea a misurarsi con colleghe europee e in ogni caso con cittadini in calo (non solo a causa del Covid), è stato calcolato nel 2021 un indice di vecchiaia pari a 179,6 (179,6 anziani ogni 100 giovani) e, sempre nel 2021, rilevata una popolazione da 65 anni in poi intorno al 22,5% del totale (1.374.582).
Quindi non sono poi proprio quattro gatti i cittadini che faranno meglio, per convivere con il progresso, a cercare l’aiuto dei figli.
In particolare, quelli che vivono soli.