HomeDialogandoNewsletterApprofondimentoL’APPROFONDIMENTO – Diventare l’oceano

L’APPROFONDIMENTO – Diventare l’oceano

Tutti noi abbiamo un’aspirazione profonda alla felicità: chanda è termine della lingua pali¹ che indica il nobile desiderio di felicità. E’ qualcosa che va vista da vicino e compresa.

Cos’è quel fluire dolce che a volte sentiamo dentro di noi e che colora e trasforma il nostro sguardo e i nostri gesti? Cosa accade quando agli eventi (o alle nostre emozioni) rispondiamo con saggezza? E’ lo stato che nel buddismo è chiamato “mente risvegliata”.
Incapace di nuocere per natura, eppure forte.

Cos’è quel desiderio di benessere che per tutta la vita (in saggio o inappropriato modo) cerchiamo e inseguiamo? Cos’è quella felicità che l’arahant (l’essere risvegliato) pare aver raggiunto e irradia attorno a sé? Cosa accade quando iniziamo a dedicare del tempo alla nostra mente?

Il significato più profondo della meditazione non è raggiungere elevati stati d’estasi, ma disporsi, con quello che c’è e con il modo in cui le cose sono, a sviluppare un’accoglienza totale ponendo un senso di amicizia dentro il nostro cuore.
In questa pausa, iniziamo a ricevere e comprendere più chiaramente cosa sono le emozioni distruttive (come ansia, rabbia, insoddisfazione, avidità, paura, sconforto) che con tanta forza ci catturano e ci condizionano.
Il buddismo usa l’immagine delle increspature che appaiono sulla superficie di un’acqua (la mente) la quale per natura è limpida e profonda. Normalmente voi abitate la superficie sempre agitata?
O vedete e percepite il mondo, partendo da questa profondità limpida?

L’immagine dell’acqua ci aiuta a comprendere cosa sia la mente nella sua interezza e a ritrovarla.

 

Increspature, sulla superficie di un’acqua limpida

Esistono tre livelli della mente: uno superficiale, uno più profondo e uno molto profondo (detti anche: più sottile e molto sottile).
Quando parliamo di tre livelli, non dobbiamo pensare a tre aree poste una accanto all’altra, ma piuttosto a qualcosa di simile all’oceano che ha profondità diverse.
A livello superficiale, la mente è continuamente mossa da un’emozione o pensiero: come le onde del mare che muovono la superficie dell’acqua.
Il livello superficiale corrisponde al funzionamento ordinario della mente, sempre attraversata da pensieri o emozioni.
A livello più profondo, sentiamo queste emozioni, ma esse non sono così condizionanti. La mente è più ampia e stabile, come il livello più profondo del mare che è più limpido e tranquillo.
Il livello molto profondo infine, corrisponde alla profondità assoluta dell’oceano dove regna una grande pace. Esso corrisponde alla consapevolezza pura e a uno sguardo che non viene toccato dalle onde. Naturalmente ci vuole prima un’educazione alla pausa e alla contemplazione, poi diventa abituale.
Vediamo quindi e percepiamo il mondo da questa profondità limpida.

 

Abitare la profondità limpida
Emozioni distruttive

Le emozioni distruttive riguardano il livello superficiale, e in parte quello più profondo, ma non toccano il livello molto profondo.
A livello superficiale sono preponderanti, a livello più profondo sono presenti, ma meno invadenti, a livello molto profondo non sorgono del tutto.
In altre parole: le emozioni distruttive agitano la superficie, scuotono un po’ la parte sottostante ma non alterano per nulla la parte molto profonda. La nostra risposta originerà da qui.
Chi abbia fatto esperienza di immersioni subacquee può farsi un’idea di cosa si intenda, poiché nella profondità del mare regna davvero una pace e limpidezza che hanno qualità differenti.

La mente molto profonda non è una condizione rara o estatica (sebbene occorra un certo addestramento), ma diventa lo stato abituale della mente. Vediamo e percepiamo il mondo da questa profondità limpida.
Le sue qualità sono la gentilezza, la compassione, la generosità, la gioia, lo zelo, l’equanimità, il buonumore. Essa è ricca di empatia e non presenta senso di divisione tra sé e gli altri. Non origina risposte nocive e ha un’elevata sensibilità verso la gioia e sofferenza altrui oltre a mostrare una particolare inclinazione nell’apprezzare gli aspetti piacevoli dell’esistenza.
Quando “diventiamo” la mente molto profonda, le emozioni distruttive scompaiono e non sorgono più in risposta agli eventi.
Nuove qualità come gentilezza, compassione, stabilità, tolleranza, fiducia prendono il posto dei veleni di ansia, rabbia, avidità o modalità distruttive. Un essere ansioso o avido è del tutto catturato dalla propria emozione, mentre un essere risvegliato manifesta un’attenzione e una pace che lo rende capace di rispondere agli eventi in modo appropriato.
A questo livello diventiamo più liberi e si origina, fuori e dentro di noi, quello stato che potremmo definire con la parola “felicità”.

Elena Greggia, orientalista e ricercatrice
(Tratto da: “Liberati dai veleni della mente” di E. Greggia)

 

Note
1 Lingua pali: la lingua antica delle scritture canoniche buddiste.

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